Riguardo i numerosi casi di stalking, arriva una nuova sentenza dalla Cassazione: “Vietato guardare“. Si tratta della sentenza numero 5664, volta a tutelare la protezione di vittime da parte di stalker. Quindi, oltre i divieti di avvicinamento, comunicazione, sia scritta che parlata, anche attraverso altri diversi contatti per individuare i posti frequentati dall’eventuale vittima di atti persecutori, la Corte di Cassazione ha deciso di promuovere questa nuova norma. Tale provvedimento di “divieto di guardare” implica il non specificare e rivelare i propri stati d’animo e sentimenti, né mettere in “soggezione” chi ha subito violenze o abusi di vario genere. Ciò, secondo i giudici, non compromette in maniera eccessiva e indefinita quel diritto di libertà, proprio di ognuno, piuttosto la sentenza viene applicata lì dove fosse strettamente necessario, a discrezione dei giudici stessi. Infatti, è loro compito analizzare la situazione corrente e porre le relative soluzioni, a seconda di chi è e cosa fa il potenziale stalker verso “il bersaglio” e in funzione alle misure di sicurezza da dover applicare per tutelare i bisogni effettivi della persona perseguitata. In ogni caso diverso che si presenta in tribunale, verrà deciso quale tra i divieti in corso necessitano di essere attuati. Talvolta, l’atteggiamento persecutorio, può essere racchiuso e ammorbidito nel divieto di avvicinarsi e guardare la persona offesa e non necessariamente, con il divieto di raggiungere tutti i luoghi che questa, a suo piacimento e libertà, possa decidere di frequentare.
di Erika Lo Magro
7 febbraio 2015