Nonostante sia dichiarata l’allerta terrorismo a Roma, per 23 centri immigrati al Casilino solo 2 volanti di polizia vengono inviate per effettuare i controlli di sicurezza, così come accade in altri quartieri periferici della Capitale. Gli stessi agenti di polizia contestano la situazione, essendo troppo pochi per prestare servizi sulla sicurezza dei cittadini. Nonostante ci siano tanti richiedenti di asilo, secondo i sindacalisti, risulta essere impossibile far intervenire ulteriori controlli aggiuntivi, necessari e richiesti in questa delicata fase di allerta terrorismo. Un controsenso.
Nei quartieri centrali di Roma, come a San Pietro o al ghetto ebraico e in tutti quei siti, potenziali obbiettivi di stragi terroristiche, avvengono di gran lunga maggiori e potenziati controlli, effettuati dall’incirca il triplo del personale, composto sia dalla Polizia di Stato che dai Carabinieri, che vi presidia normalmente. Il problema sta nel fatto che non si sono considerate le risorse effettive disponibili nel territorio e non sono neanche state disposte in modo equilibrato. Per tal motivo, si è esposto anche il Segretario Provinciale della Uil Polizia, Antonio Costa, che considera inaccettabile la situazione, ricca di contraddizioni provenienti dallo stesso sistema governativo, in quanto si necessita la presenza delle forze dell’ordine, da dover distribuire in tutto il territorio per la richiesta di sicurezza precedentemente avanzata. Invece, accade che per prestare servizi inerenti all’allerta terrorismo nelle periferie, già colpite e più predisposte a determinati eventi, si ingaggino soltanto due volanti con un totale di quattro uomini, che devono essere preparati nell’ispezionare accuratamente chilometri e chilometri dello stesso territorio interessato, come avviene per il quartiere Casilino, dove vi sono stanziati ben 23 centri di accoglienza per immigrati, quasi tutti richiedenti di asilo o semplici stranieri in cerca di assistenza. Risulta essere l’unico Municipio a Roma, ovvero il Municipio V, ad avere una simile quantità di edifici volti all’accoglienza, difficili per cui da gestire.
Un Delegato della Uil Polizia, Antonio Forastiero, a tal proposito, tende a sottolineare che ovviamente il problema non è la presenza in sé di immigrati, piuttosto la carenza del personale degli agenti delle forze dell’ordine e di conseguenza, dei controlli che si dovrebbero verificare, in questa fase storica delicata per Roma, dove si tenta di effettuare operazioni di sicurezza cittadina, a causa degli attacchi o delle minacce terroristiche che stanno coinvolgendo anche numerosi Paesi, tra cui la stessa Italia con la città di Roma. Tali servizi, nel quartiere, vengono forniti dal Commissariato del Casilino. Si tratta di un distretto che è stato abbandonato a se stesso, in una struttura sporca, antiquata, che dovrebbe essere ristruttura. Proprio in questo ambiente, l’Investigatore del Casilino tenta ogni giorno di individuare i numerosi reati che si presentano, tra le rapine, i furti e le attività di spaccio di stupefacenti, ricorrenti, tra tutti quei pregiudicati da dover ispezionare accuratamente, che circolano, talvolta, ammanettati al fianco delle rispettive madri, che tengono buste della spesa, in un’area vicina, ritenuta “off limits” per le stesse forze dell’ordine.
Tra tutte queste responsabilità ordinarie, ora, ne è subentrata un’altra, ovvero quella del necessario controllo degli innumerevoli immigrati che giungono nella Capitale. Forastiero, prosegue chiedendo come sia possibile, all’interno di un turno di otto ore, riuscire a gestire efficacemente e a far fronte, in piena sicurezza, a tutte queste situazioni, pericolose per gli altri cittadini e per lo stesso personale. Risulta, infatti, complicato sorvegliare delinquenti che scontano le proprie pene, immigrati che arrivano quasi all’ordine del giorno, assicurarsi che i provvedimenti rivolti a chi si trova agli arresti domiciliari vengano rispettati, intervenire ai nuovi reati, possibilmente prima di tragedie e quant’altro e ancora, sostenere le chiamate effettuate al 113, registrare le denunce avanzate e le richieste, sempre più numerose, per i permessi di soggiorno.
La situazione è caotica. Per far fronte alla maggior parte di questi casi, risultano disponibili soltanto due volanti di polizia, con auto non blindate, insieme a quattro agenti, scambiati a turni, sulle strade del territorio, dal perimetro pari a 120 chilometri, che si estende dal quartiere di Tor Bella Monaca fino alla borgata periferica di Finocchio, dalla zona di Torre Angela a quella della Borghesiana, dalla fine del Raccordo sino a Castelverde. Area compresa di 550 mila abitanti, dei quali solo 300 mila sono residenti, mentre i restanti sono individui che vi abitano ma non detengono la residenza; 16 mila sono persone extracomunitarie che hanno un regolare permesso di soggiorno, 6 mila stranieri, invece, hanno avviato le pratiche di richieste del permesso di soggiorno, ancora in attesa di riceverlo, quindi irregolari. I soggetti sottoposti a misure di prevenzione risultano essere 729, quindi si tratta di pregiudicati, molti dei quali stanno scontando la pena agli arresti domiciliari. Molti controlli da effettuare, quindi, all’incirca si parla del 60% sul totale nella Capitale. Infatti, il distretto del Casilino è il secondo ufficio d’Italia, dopo quello di Scampia, a riscontrare un così alto tasso di criminalità, nel quale i delinquenti si trovano appunto agli arresti domiciliari, per cui si richiede la conseguente necessità di avanzare controlli regolari giornalieri.
Con tutta la buona volontà che uno può metterci nel proprio lavoro, secondo quando denuncia Costa, risulta essere ugualmente insostenibile. Tra l’altro, entro questo territorio di periferia, si è registrato all’incirca l’80% dei reati, caratterizzati da rapine e furti, inflitti da stranieri, mentre il restante 20% riguarda lo sfruttamento della prostituzione e delle attività di traffico di stupefacenti, investite e coordinate da gruppi criminali a stampo mafioso, di origine italiana, che sfruttano la manodopera degli stessi stranieri. Ad aggiungersi a questa lista di crimini e alla situazione sempre più critica, anche l’allerta terrorismo.
di Erika Lo Magro
17 febbraio 2015