Riguardo il trasporto pubblico a Roma, Enrico Stefano (M5S): “Trasporto pubblico da ripristinare con la legalità, a fronte delle accuse gravissime nei confronti della dirigenza managment, che continua ad operare scelte dubbie” è quanto afferma in una nota il consigliere comunale M5S. Infatti, pochi giorni fa, quattro dirigenti Atac sono stati rinviati a giudizio per il caso parentopoli in atto da anni. I problemi rilevati vanno ben oltre, in quanto uno dei dirigenti indagati non è stato assolto dai suoi incarichi, nelle relazioni industriali, continuando ad operare impunito ed indisturbato nella macrostruttura dell’azienda Cotral, mentre, un’altro, che assumeva il ruolo di ex Presidente del personale di Cotral, aveva già rivestito precedenti incarichi presso l’Atac. Una parentopoli continua, che oscilla tra un’azienda e l’altra dei trasporti pubblici. I dirigenti, nonostante siano sotto accusa di abuso e atti falsi in ufficio, nonché di concorsi pubblici manomessi, ancora operano per la mobilità sia della Capitale e sia di quella Regionale. Piuttosto che tagliare il personale disponibile, non idoneo, l’Atac ha subito disagi, riduzioni e vere e proprie soppressioni delle linee degli autobus, a discapito dei cittadini che ne pagano le conseguenze al posto dei responsabili. Si necessita, invece, di un nuovo piano industriale pratico, che punti a mutare radicalmente e verificare con maggior attenzione, quali siano effettivamente i problemi che stanno alla radice di tali aziende. Promosso sì il taglio contro gli sprechi ma da promuovere ancora resta un nuovo modello per rilanciare e potenziare la rete dei trasporti pubblici, che riversa maggiormente problematiche sulla viabilità e anche, come visto, sui circoli viziosi che si sono creati, dando luogo a parentopoli. Questo è l’ennesimo esempio di un’insieme di situazioni che persistono ai cambiamenti veri ed efficaci. Infatti, Stefano designa un’analoga situazione per quanto riguarda la gestione del ritiro dell’umido dalle mense, affidata, per ironia della sorte o per ignoranza dei fatti, alla Cooperativa 29 giugno, proprio quella di Stefano Buzzi, protagonista del caso Mafia Capitale. Sarebbe stato più consono, a questo punto, porre la questione in gestione agli operatori dell’Ama a costo zero. Detto ciò, la domanda da porsi è se e quanto Roma voglia migliorare le innumerevoli situazioni di degrado che si presentano, anche quelle del trasporto pubblico, inserendo e ammettendo una parvenza di legalità.
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di Erika Lo Magro
9 febbraio 2015