UNITALSI, il 10 febbraio è la XXIII giornata mondiale del malato, solidarietà ai disabili, in quanto il 67% viene recluso in casa per le grandi difficoltà riscontrate con le barriere architettoniche della Capitale ma anche con i mezzi pubblici, non propriamente idonei. La giornata mondiale del malato avrà inizio nella giornata di domani, 10 febbraio, alle ore 18.30, a piazza di Spagna, che accoglierà numerose associazioni di volontariato per pregare in solidarietà i malati, le persone diversamente abili, gli anziani e i bambini senza fissa dimora, al fine di sensibilizzare i cittadini nelle difficoltà quotidiane che si riscontrano a Roma. Si tratta di una giornata rivolta al popolo invisibile che è presente, promossa dall’UNITALSI, in collaborazione con l’ufficio per la Pastorale della Salute della Diocesi di Roma e l’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, una grande processione “aux flambeaux” con la statua pellegrina della Vergine di Lourdes per i disabili, gli ammalati e gli ultimi della Capitale appunto. L’evento prenderà il via dall’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede in piazza di Spagna e arriverà alla Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, precisamente in Via Sant’Andrea delle Fratte, 1, dove si terrà alle ore 19.00 un momento di preghiera. I dati sui bambini disabili nella Capitale riportati sono stati raccolti dallo sportello “Roma per tutti” creato dalla sottosezione di UNITALSI della Capitale due anni fa e si basano su un campione significativo di 1500 famiglie con bambini disabili che si sono rivolte allo sportello. Le famiglie che sono entrate in contatto con UNITALSI hanno bambini disabili che hanno un’età che va dagli 0 ai 16 anni. Il 67%, dunque, dichiara di avere le maggiori difficoltà con le barriere architettoniche, a questo occorre aggiungere che nei parchi pubblici non esiste nessun gioco accessibile ad un bambino disabile o strutture dedicate. Altro aspetto poco conosciuto è che nei grandi centri commerciali non esistono aree attrezzate o baby parking per bambini disabili, spesso anche nelle grandi multisala cinematografiche. Alla luce di questi dati risulta che il 40% delle famiglie preferisce non fare uscire il proprio figlio disabile e frequenta solo ambienti familiari. Mentre il 20% affronta le barriere architettoniche e la mancanza di servizi. I nuclei in questione, nell’78 % dei casi, sono nuclei familiari monoreddito perché la quasi totalità delle mamme ha lasciato il posto di lavoro per seguire i figli. Il 15% delle famiglie dichiara di avere bambini con disabilità motorie e il 40% con bambini con disturbi della personalità e dell’apprendimento o con problemi di autismo. Delle famiglie intercettate il 20% dichiara di avere grandi difficoltà nell’inserimento scolastico dei bambini, il 35% denuncia di avere problemi nell’ambito più strettamente sanitario dove l’accesso alle cure migliori sembra un percorso difficile per le lungaggini del sistema. “Domani abbiamo deciso di dare un segno forte – spiega Alessandro Pinna, Presidente dell’U.N.I.T.A.L.S.I. Roma – a tutta la città che nonostante tutte le difficoltà dimostra sempre di avere una rete di solidarietà forte. Ma con l’aggravarsi della crisi si sono moltiplicate le situazioni di disagio e di povertà e spesso non si riesce a dare risposte a tutti. Domani sarà un momento di preghiera per tutte quelle persone grandi e piccole che spesso sono invisibili nelle strade di Roma”. “Ringrazio il Santo Padre – conclude Pinna – per avere voluto incoraggiarci ieri all’Angelus perché chi è malato o disabile o in difficoltà economica deve essere il protagonista dei nostri sforzi per essere veri messaggeri di speranza”.
di Erika Lo Magro
9 febbraio 2015