Bambino autistico cacciato dal B&B nel quartiere Vaticano perché considerato fastidioso dai titolari della struttura. Si tratta dell’episodio accaduto durante la serata di lunedì 27 aprile ad un bambino colpito da sindrome autistica, dell’età di 7 anni, di Ravenna. Il protagonista della vicenda si trovava a Roma con la sua famiglia per sottoporsi a dei controlli al Day Hospital, al Reparto di Neuropsichiatria Infantile presso l’Ospedale Bambino Gesù.
I genitori del bimbo hanno provveduto a denunciare l’episodio insolito al giornalista e scrittore Gianluca Nicoletti, il quale si è curato di narrare l’intera vicenda, pubblicandola sulla piattaforma miofiglioautistico.it.
Il bambino autistico è stato cacciato dal B&B romano nella zona del Vaticano in quanto assume talvolta atteggiamenti ritenuti insoliti, fastidiosi e rumorosi come buttarsi a terra o alzare il tono di voce. La famiglia era arrivata nella Capitale da un tortuoso viaggio sotto il diluvio, alla ricerca di un posto dove pernottare. Tuttavia, il titolare della struttura alberghiera fin da subito si è mostrato scocciato all’idea di accogliere un bambino che avrebbe potuto arrecare disagi e disturbo alla clientela, per questo sarebbe stata costretto a segnalare eventuali episodi ai Carabinieri. Il dipendente della struttura ha invitato i familiari a rivolgersi altrove. Così, ai genitori non è rimasta altra scelta che passare la nottata nell’abitazione dei loro parenti, i quali abitano ad Ardea, a distanza di 50 chilometri da Roma.
Il giorno dopo, il bambino si è presentato stressato dai viaggi e piuttosto stordito. Il neuropsichiatra, infatti, ha riscontrato difficoltà nell’osservare e nell’analizzare i suoi comportamenti. Per questo è stata spostata la visita. Tuttavia, i genitori hanno raccontato al dottore le motivazioni dello stato mentale del figlio, riferendosi alla spiacevole vicenda della scorsa sera. Il medico sconcertato dall’accaduto ha subito contattato il B&B, al fine di verificare la veridicità della situazione poco corretta nei confronti della famiglia. Così, ha finto di chiedere la prenotazione di una stanza, sempre per un nucleo familiare con a carico un bambino affetto da sindrome di autismo ed è rimasto in attesa di risposta. Il titolare avrebbe, poi, fatto emergere l’episodio della nottata precedente, invitando nuovamente anche questo signore a scegliere un altro luogo dove pernottare.
di Erika Lo Magro