Il piano mobilità del Lazio presentato dalla Federazione Ciclistica Italiana in una lettera aperta, indirizzata al Professor Francesco Filippi, il Coordinatore del Piano Mobilita’ del Lazio.
Nell’esposto sul piano per la mobilità nel Lazio si legge: “Egregio professore,la ringrazio di aver contattato la Federazione Ciclistica Italiana Lazio, insieme ad altre Associazioni, per la stesura di un progetto regionale nell’ambito della mobilita’ ciclistica.Le confido che questo è l’ennesimo incontro con vari istituti in tanti anni e pertanto mi auguro di non archiviarlo, come gia’ successo, nel mondo dei sogni. Poi, penso ai miei ciclisti, i ciclosportivi, quelli che più di tutti sono in balia degli automezzi sulle strade provinciali e statali nei pressi della Capitale,alla loro speranza che dal buio si apra uno squarcio di luce.Quello che Le diro’ in seguito è la loro e la mia esperienza affinche’ il Progetto possa dare seguito ad interventi concreti,utili a migliorare lo straordinario esercizio del pedalare“. Così la lettera è stata articolata, evidenziando determinati punti.
Premessa:
-In ambito Regionale esiste il Piano della Mobilita’ Ciclistica Provinciale acquisito nel 2013 dall’attuale Presidente della Regione Lazio Zingaretti.
-In quella occasione la FCI Lazio presento’ una bozza di fattibilita’ il giorno 10 luglio 2012 con tanto di strade ciclisticamente più partecipate ed i poli intermodali più aggreganti (Allegato A)
-Visto che non sara’ possibile realizzare,almeno in tempi accettabili,l’intero progetto, bisognera’ decidersi a quali interventi si dovra’dare laprecedenza. I ciclisti romani e non, si aspettano che vengano sistemate e messe in sicurezza la strade attualmente più frequentate. Di seguito, alcuni punti fermi:
1 Le ciclostrade tematiche per “Tutti”
A Roma e nel Lazio c’è ne sono per tutti i gusti:per chi ama la natura,la storia,l’arte e la spiritualita’.Pertanto non mi soffermo sulle mete da raggiungere ma sulle caratteristiche della pista ciclabile ottimale (allegato 2):
a) deve essere autonoma,lantana dal traffico motorizzato ,visto che il carburante del ciclista è l’aria.
b) il percorso, lungo circa 25-40 km, con pendenze al massimo del 4%(ex ferrovie o lungo i fiumi), meglio se in circuito, illuminata, con colonnine SOS ogni 500 metri.,scorrevole ( in asfalto) e tenuto costantemente ben pulito.La Roma – Fiumicino, lungo il Tevere è l’esempio concreto di una ciclostrada turistica per tutti. Peccato che manchino gli 11 km romani!
2 Sito web delle ciclostrade regionali
Dev’essere il punto d’incontro dei cicloturisti laziali,italiani e stranieri,multilingue con le seguenti informazioni: Nome e numero del percorso, mappa, km complessivi, profilo altimetrico, punto di partenza ed arrivo, presenza di tratti sul computer autonoma, tipo di fondo su cui si pedala, indirizzi utili, cosa acquistare, hotel, ristoranti, fontanelle, stazioni, da vedere, tempo medio necessario per completare il percorso, biciclette più idonee, officine ecc.
3 Diritto del ciclista
Dicono che la strada è di tutti ma per il momento non è cosi’ per il ciclista. A quest’utente,in particolare sulle strade provinciali,non gli viene riconosciuto niente, nemmeno il logo per terra. La legge obbliga, in occasione della ristrutturazione o la costruzione di nuove strade, la collocazione della pista ciclabile. La Laurentina, la Tiburtina hanno progettato una pista ciclabile? Assolutamente no! Tutto il contrario dell’Olanda, dove, anche se la carreggiata è larga 7 metri, bisogna dare al ciclista il suo spazio. (Allegato 3). Certamente nel Lazio lo delimiterei con la Banda rumorosa e catarinfrangente (Allegato 4). In questo caso,l’automobilista, puo’ invadere la corsia solo in assenza del ciclista. Interessanti sono le Bike Lanes dal Comune alle stazioni,alle scuole ecc.(Allegato 3 bis).
4 Separazione della ciclostrada dalla viabilita’ ordinaria
Fuori della citta’ aumenta il differenziale tra la velocita’ del ciclista e quella degli altri veicoli. Ci sono meno sportelli che si aprono all’improvviso ma la distrazione di chi guida mentre scrive o vede il cellulare fa’ più danni. rimane che separare fisicamente le due strade. Più è alta la velocita’ dei mezzi più l’infrastruttura a protezione del ciclista dev’essere solida.Ne ho viste tante girando la Terra:dal semplice cordolo di cemento(Allegato 5) al guard rail (Allegato 6). Naturalmente la ciclostrada autonoma (la corsia per un senso di marcia viene preferita rispetto al doppio senso) rimane la migliore. Agli scettici, ricordo che è’ bastato un drogato alle ore 9 di una domenica mattina( il momento migliore della settimana per pedalare) per uccidere 9 ciclisti ed altrettante famiglie.Le parole non bastano più, ci vogliono muri!
5 Controllo costante della velocita’ veicolare e dell’uso improprio del cellulare.
Il ciclista sulla strada è in balia dell’umore di chi guida.Non possiamo aspettare le ciclostrade “perfette”, pero’, pretendiamo che la legge sui limiti di velocità venga fatta rispettare con tutti gli strumenti esistenti. Inoltre, bisogna inasprire le sanzioni per l’uso maldestro del cellulare. Negli USA, questa epidemia, sta causando numerosi incidenti.
6 Impegno urgente per il cicloturista di oggi
In attesa che il sistema delle piste ciclabili laziali prenda corpo,bisogna fare un piccolo passo in avanti sulle strade più frequentate vicino la Capitale. Ogni giorno si notano tanti ciclisti sulla Cristoforo Colombo,sulla Litoranea da Torvaianica a Fregene,sull’Appia Nuova verso Castel Gandolfo ecc. Cosa fare?
a) dove gia’ esiste una corsia di sosta-emergenza,anche se larga solo un metro,facciamone una corsia ciclabile al limite evidenziandola con la banda rumorosa. (allegato 7)
b) la manutenzione ai margini delle strade è decisiva per l’incolumità del ciclista spesso costretto a spingersi verso il centro per evitare spine e radici. (Allegato 8).
c) la segnaletica “pericolo-presenza di ciclisti” è rarissima da notare sulle strade laziali(Allegato 9). Tanto meno quelle informativo-culturali (Allegato 10). Bisogna colmare questa lacuna.
7 Mezzi pubblici per raggiungere le ciclostrade turistiche
Tanti cittadini sono disincentivati a pedalare proprio per le difficoltà oggettive che s’incontrano nel recarsi alle mete più appetite. Eppure, queste sono raggiunte da numerosi mezzi pubblici.
Per soddisfare questo tipo di utenza,bisogna semplicemente predisporre lo spazio bici all’interno(Allegato 11) o all’esterno(Allegato 12) delle vetture.E’ chiaro,che per gruppi numerosi,è necessario contattare direttamente l’azienda.
Questo quanto presentato da Gianfranco Di Pretorio, il Responsabile Piste Ciclabili e Viabilità della Federazione Ciclistica Italiana per il piano sulla mobilità per il Lazio.
di Erika Lo Magro