I dati dello studio European Commuter Servey realizzato dalla Ford parlano chiaro: muoversi a Roma è tutt’altro che una passeggiata. Per i romani è più stressante il tragitto casa-lavoro (che provoca un nervosismo maggiore rispetto a quando si organizza un trasloco), che trascorrere la giornata stessa in ufficio. Roma è la peggiore città tra le selezionale (Barcellona, Berlino, Londra, Madrid e Parigi le altre) per quanto riguarda gli spostamenti, tanto che il viaggio d’andata e di ritorno dura in media 111 minuti, e dalle interviste sottoposte ai pendolari (5.503 nelle sei città prese in esame) è emerso che il 78% delle persone una volta al mese fa tardi, tanto che l’8% dei lavoratori ha deciso di anticipare l’uscita di casa per arrivare puntuale.
E i ritardi avvengono soprattutto a causa dei della mancata puntualità dei treni (78% dei casi), seguito dai mezzi urbani (72%). “Solo” il 59% dei ritardi è causato dalle automobili, che dunque non sono il peggior mezzo a disposizione per muoversi a Roma.
E proprio l’urbanizzazione è sempre maggiore, secondo l’European Commuter Surver, e per questo è necessario agire in modo corretto per garantire la viabilità in futuro: “La società sta diventando sempre più urbana – ha detto Andreas Ostendorf, vicepresidente di Fort Europa -, con le città che crescono in dimensioni e numero, e abbiamo bisogno di una infrastruttura di trasporto in grado di tenere il passo con tale espansione. Ma proteggere la libertà di movimento richiede qualcosa di più di una nuova linea ferroviaria o di una nuova strada. Tutti dobbiamo lavorare insieme su una rete di soluzioni interconnesse e sostenibili per offrire una più ampia varietà di modalità di trasporto a prezzi contenuti, che siano accessibili e sostenibili. Percorsi pedonali, biciclette, autobus, treni, autoveicoli, tram, bus navetta – ha concluso Ostendorf – tutte modalità che devono essere collegate e integrate per ottimizzare la mobilità urbana in futuro”.
28 aprile 2015