Sergio Leone è stato uno dei registi, sceneggiatori e produttori più importanti del cinema italiano. Nato a Roma il 3 gennaio 1929, era figlio di Vincenzo Leone, nome d’arte Roberto Roberti, un regista e attore del cinema muto; la madre, Edvige Valcarenghi (nome d’arte Bice Waleran), era un’attrice romana.
Già verso i 18 anni Sergio Leone iniziò a frequentare l’ambiente cinematografico e ottenne un piccolo ruolo come comparsa in Ladri di biciclette, di Vittorio De Sica. In seguito arrivarono lavori da assistente alla regia o da direttore alla seconda unità in diverse produzioni di Hollywood, ma senza essere accreditato. Parliamo di film come Ben-Hur, che vinse 11 Oscar, e Quo vadis?. Solo nel film Gli ultimi giorni di Pompei di Mario Bonnard riuscì ad essere accreditato, e questo perché il regista si ritirò per problemi di salute e lui, che aveva collaborato alla sceneggiatura, gli subentrò. Con l’esperienza ottenuta , al suo debutto da regista Sergio Leone riuscì a realizzare il film, Il colosso di Rodi, con budget molto modesti.
Il suo successo va associato al periodo degli anni Sessanta, quello in cui si avvicinò al western e arrivò a dare vita a un sottogenere tutto italiano, lo spaghetti-wester, che trovò in Per un pugno di dollari il suo modello di stile. Il film, datato 1964, è infatti tra i più celebri nel suo genere e si rifà alla trama del film la sfida del samurai (di Akira Kurosawa), tanto che il regista del film (uscito nel 1961) denunciò Sergio Leone per plagio e vinse, ottenendo i diritti di distribuzione in Giappone, Corea del Sud e Taiwan.
Il successo del regista italiano fu tanto soprattutto in America e proprio lui lanciò attori dal calibro di Clint Eastwood, oggi una vera e propria stella del cinema internazionale. La cosiddetta triologia del dollaro fu completata con l’uscita di Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966), film prodotti con budget più elevati e con strumenti tecnici sempre migliori. Inoltre, tutti e tre poterono contare sul talento di Ennio Morricone, che compose le colonne sonore e lavorò con Sergio Leone anche nei suoi film successivi, fino a C’era una volta in America.
Nel 1967 uscì C’era una volta il West, film rivalutato molti anni dopo, quando fu riscoperto con il montaggio completo di leone (più lungo rispetto alla versione uscita nelle sale), e considerato uno dei suoi migliori prodotti e uno dei capisaldi di questo genere cinematografico.
Negli anni Settanta si occupò di diverse sceneggiature e diresse diverse sequenze del film Il mio nome è Nessuno con Terence Huill ed Henry Fonda. Nel 1971 diresse Giù la testa, film considerato scomodo da molti per via del messaggio politico inserito prima dei titoli di apertura (riprese i pensieri di Mao Tse-tung).
Nel anni Ottanta rifiutò di dirigere Il padrino e produsse Un sacco bello e Bianco, rosso e Verdone, entrambi film di Carlo Verdone. Nel 1984 uscì C’era una volta in America (il suo ultimo capolavoro), film incentrato sull’amicizia di due gangster ebrei a New York, sul quale lavorò quasi un decennio e che ottenne successo a livello mondiale. Solo in America non fu così.
Era il 30 aprile 1989 quando Sergio Leone morì a causa di attacco di cuore. In quel periodo il regista stava lavorando su un nuovo progetto, un film che avrebbe dovuto raccontare la guerra in Russia durante il secondo conflitto mondiale, narrando la storia d’amore tra una ragazza russa e un giornalista americano.
30 aprile 2015