Il ticket che viene esposto sull’auto per certificare che la sosta sulle strisce blu è stata pagata non rappresenta una prova utile per contestare una multa. È questo, in sintesi, quello che ha stabilito recentemente il Tribunale di Bari: se si riceve una multa per questo tipo di infrazione, infatti, non basta presentare al giudice il tagliando, magari spiegando che non è stato visto dal vigile o dall’ausiliario.
I motivi sono due. Anzitutto, il conducente del veicolo ha l’obbligo di esporre la ricevuta in maniera visibile sul parabrezza, evitando che possa scivolare e “nascondersi”. Inoltre, il verbale del vigile è un atto pubblico. Il ricorso contro la sanzione di fronte al giudice di pace non è quindi sufficiente, ma serve attivare la cosiddetta “querela di falso”, il procedimento che è in grado di far diventare il verbale non attendibile con prove e testimoni.
La querela però ha dei costi e dei tempi non indifferenti, un problema di non poco conto. La sentenza si spiega anche con un altro dato di fatto. Il ticket potrebbe essere presentato dall’automobilista multato dopo averlo preso da un’altra vettura parcheggiata vicino o quella di un amico, dunque l’obiettivo è che questi trucchi possano annullare delle multe giuste.