Era il 2 novembre 2012 quando Saleh Hussein, italiano di origine egiziana, è scomparso. Il giorno seguente è arrivata la denuncia di scomparsa della famiglia e sono iniziate le ricerche degli agenti. Il ragazzo la sera della scomparsa ha prima cenato con la cugina e un’amica, poi è andato a cercare degli stupefacenti e ha deciso di rivolgersi a Cesare Attilia, una sua vecchia conoscenza che ha incontrato a Roma per poi tornare ad Orvinio (sempre insieme). Cesare Attilia durante gli interrogatori ha affermato di aver cenato insieme a Hussein dentro casa e di essersi fermati a parlare lì dato che da anni non si vedevano (Hussein è stato anni in prigione). Secondo la sua versione, si sono addormentati e il 3 novembre, nel corso del pomeriggio lui avrebbe riaccompagnato l’amico fino a Monterotondo (non fino a Roma su richiesta di Hussein stesso).
Le indagini portate avanti hanno evidenziato una verità: i due sono stati realmente ad Orvinio, ma Hussein sarebbe morto dopo aver assunto la sostanza stupefacente e a quel punto Cesare Attilia, per non essere coinvolto, ha occultato il cadavere e ha cercato di depistare le indagini. Prima ha fatto credere che la vittima avesse deciso di allontanarsi volontariamente e ha spostato il cellulare, poi il 4 novembre ha usato l’apparecchio per chiamare il 112. E il cellulare della vittima ha ricevuto oltre 500 chiamate tra il 3 e il 4 novembre, tutte da familiari e capo, preoccupati a causa della sua improvvisa scomparsa.
Questo il comunicato della Polizia di Stato: “Personale della Sezione Omicidi della Squadra Mobile di Roma, in collaborazione con quello della Squadra Mobile reatina, ha arrestato Attilia Cesare, nato a Tivoli l’8.12.1969, pluripregiudicato, responsabile della scomparsa di Hussein Saleh.
Il 3 novembre 2012 i familiari di Hussein Saleh, detto ‘Luca’, cittadino italiano di origine egiziana, denunciarono la sua scomparsa avvenuta durante la notte.
Le indagini condotte dagli investigatori hanno spinto, sin dal primo momento, le ricerche a Monterotondo (RM) e ad Orvinio (RI) senza, però che l’uomo venisse rintracciato.
A distanza di anni, gli investigatori hanno ricostruito completamente la vicenda accertando che ATTILIA Cesare si era incontrato a Roma con Hussein Saleh e con lui si era recato ad Orvinio dove, a causa del consumo di sostanze stupefacenti cedute dall’Attilia, Hussein sarebbe morto.
A quel punto l’Attilia avrebbe occultato il cadavere, ancora oggetto di ricerche, prima di iniziare una lunga e capillare attività di depistaggio delle indagini, al fine di allontanare eventuali sospetti a suo carico.
In particolare l’uomo è arrivato anche a spostare il telefono cellulare della vittima, al fine di ingenerare l’erroneo convincimento che l’uomo fosse vivo e che volontariamente avesse deciso di non tornare a casa, e, in un’altra circostanza, a ‘ingaggiare’ due persone, ancora in corso di identificazione, per far telefonare ai familiari riferendo l’avvistamento di Hussein (vivo), dopo che gli stessi avevano diffuso dei manifesti utili al rintraccio del loro caro.
Gli elementi di prova raccolti dagli investigatori hanno consentito l’emissione da parte del Tribunale di Roma della misura della custodia cautelare in carcere per l’uomo, eseguita questa mattina, che dovrà rispondere dei reati di omicidio e occultamento di cadavere“.
18 aprile 2015