Secondo il nuovo provvedimento sul divieto di accensione sigarette e barbecue nelle aree a cielo aperto per i cittadini romani, Augusto Santori del Comitato DifendiAmo Roma ha dichiarato: “I nomadi hanno fonderie in riserve naturali, mentre ai romani è vietato fumare nei parchi“.
Infatti, si vedrà scattare il divieto, dal mese di giugno fino a quello di settembre, di fumare sigarette nei parchi e improvvisare barbecue fai da te, al fine di evitare gli incendi nella stagione più rischiosa. Ciò secondo quanto prevista da una delibera sottoscritta dal Sindaco di Roma Ignazio Marino, in un nuovo programma anti incendi. L’ordinanza include tutte le aree verdi e le ville della Capitale.
A tal proposito, si legge:
E’ previsto “Il divieto assoluto di accendere fuochi per bruciare sterpaglie e residui di vegetazione” al fine di “pulire terreni, pascoli, prati o per rinnovare il manto erboso.“, ancora, “Da giugno a settembre è “vietato far brillare mine o usare esplosivi, usare apparecchi a fiamma o elettrici per bruciare metalli, usare motore e fornelli o inceneritori che producono faville o braci, fumare o compiere altra operazione che possa arrecare pericolo di incendio“.
Per questo, Augusto Santori ha commentato l’iniziativa:
“Continua ad essere la Roma che va al contrario, che ogni giorno manda in scena la commedia dell’assurdo. Nei parchi e nelle ville storiche i romani non potranno più fumare una sigaretta, come se la maggior parte dei roghi fosse a causa di questo, mentre nelle riserve naturali i nomadi potranno continuare a mandare a regime, indisturbati, le proprie fonderie abusive. Mentre quella del sindaco Marino è l’ennesima trovata spot, noi parliamo di eventi reali, che accadono quotidianamente nelle splendide riserve regionali capitoline“, così in una nota, ha proseguito Augusto Santori.
Augusto Santori prosegue la sua spiegazione: “E’ il caso di ettari di riserva golenale del Tevere e dell’Aniene, di quanto accade nella Tenuta dei Massimi e anche nella Valle dei Casali: fuochi accessi in pieno giorno e soprattutto al tramonto, interventi dei Vigili del Fuoco che si ripetono sistematicamente, di oneri e danneggiamenti pagati dai romani. Poi magari ci si accorge che l’obbligo di manutenere i terreni incolti non viene fatto rispettare, e che a non rispettarlo è la stessa Roma Capitale per mancanza di fondi, con erbacce e sterpaglie che proliferano ovunque, più alte di panchine e di staccionate, che invadono vie e parchi pubblici. Queste prese in giro subiscono i romani, gli stessi che non potranno più fumare nei parchi“, concludendo così il discorso.