Ieri Paola Taverna e Michela Montevecchi, senatrici del Movimento 5 Stelle, hanno denunciato la presenza del mega cartellone pubblicitario presente a San Pietro, in via della Conciliazione, che “violenta la visuale” e lascia allibiti i turisti. Immediata la richiesta di intervento da parte delle istituzioni nazionali e comunali, ma in serata è arrivata anche la risposta del Campidoglio, che ha voluto precisare che trattandosi del territorio dello Stato di Città del Vaticano, il Comune di Roma non può applicare il proprio regolamento:
“In merito alla polemica sul grande cartellone pubblicitario esposto all’inizio di via della Conciliazione, il Campidoglio precisa che la sua installazione è stata disposta dallo Stato Città del Vaticano, in regime di extraterritorialità, poiché l’edificio appartiene al Vaticano. Il regolamento sulla pubblicità adottato da Roma Capitale (che avrebbe previsto un formato più ridotto) non è dunque applicabile. Infine, eventuali rapporti istituzionali, finalizzati a valutare l’impatto della cartellonistica in queste fattispecie, possono essere tenuti soltanto dagli organi di governo, poiché si tratta di rapporti tra Stati, in questo caso regolati dai Patti Lateranensi”.
E la polemica è continuata a colpi di tweet da parte del sindaco Marino e della senatrice Taverna. Il primo ha fatto presente che l’edificio appartiene al Vaticano e la seconda ha risposto:
“E allora solo perché è del Vaticano cosa facciamo? Ci giriamo dall’altro lato?”.
Subito uno degli utenti che è entrato nella conversazione ha risposto:
“L’importante è far cassa. Poi se è una schifezza che importa”.
Pronta la replica di Marino che ha spiegato che il Comune non fa cassa con edifici che non gli appartengono e che si trovano in altri Stati. Ma cittadini e M5S non sembrano aver accolto bene queste nuove installazioni che si trovano anche in altri luoghi e l’argomento terrà banco anche nei prossimi giorni.