Il Comitato Tor Sapienza ha dichiarato: “Vogliamo ritornare a respirare,I campi rom devono essere superati, qualsiasi altra nazione avrebbe già risolto il problema, noi invece non ne possiamo più, diano anche le case a queste persone“. In merito alla situazione ingestibile dei nomadi nella Capitale e anche alla tragedia di ieri, 27 maggio.
Si tratta dell’ennesimo sfogo di un altro quartiere romano, stavolta di Tommaso Ippoliti, il Presidente del Comitato Tor Sapienza, che rappresenta il volere dei cittadini. In questo caso, il Comitato Tor Sapienza denuncia il problema principale che si protrae da parecchio tempo, ossia i roghi tossici. Quest’ultimi avvengono quasi all’ordine del giorno nei campi rom della Capitale, al fine di estrarre ferro e rame da immettere illegalmente nel mercato. I residenti della zona sono costretti a convivere con il campo rom di via Salviati.
A tal proposito, il Comitato Tor Sapienza spiega:
“Gli abitanti del campo continuano a bruciare oggetti, nessuno dice loro nulla e noi dobbiamo respirare i fumi, è davvero pericoloso, specie per la salute dei nostri bambini.”, continua a spiegare Ippoliti. “Contro i roghi tossici abbiamo manifestato domenica scorsa a Ponte di Nona, un paio di settimane fa abbiamo incontrato il prefetto Gabrielli e ci ha detto che se ne sarebbe occupato, intanto però i roghi continuano. C’è anche pattuglia di vigili, ma che stanno a fare non risolvono niente“. Prosegue il Presidente del Comitato Tor Sapienza: “E anche quando si organizzano imponenti sgomberi, come a Ponte Mammolo, il problema non si risolve. I rom si sono spostati di fronte e fra un mese o due l’insediamento diventerà un’altra baraccopoli.“, evidenziando la situazione attuale.
Inoltre, a rendere più critica la situazione, secondo il Comitato Tor Sapienza, ci sono gli interessi politici ed economici, i quali contrastano e prevalgono sulla tutela degli interessi sociali. Infatti:
“Lo abbiamo visto anche con Mafia Capitale. Finché ci saranno associazioni che prendono finanziamenti grazie a questi poveretti non si uscirà da questa situazione ma chi paga alla fine – conclude – siamo noi cittadini che dobbiamo subire le conseguenze di queste scelte“.
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