Cartelle Equitalia: la pubblicazione di un decreto del Tesoro e la sentenza di una CTR aprono nuovi spiragli interessanti per i contribuenti
Ai contribuenti non può che far piacere l’aumento dei motivi validi per annullare le cartelle di Equitalia. Oggi sono ben due quelli che meritano di essere approfonditi e che si basano su dati di fatto. Prima di tutto, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un decreto del Ministero dell’Economia che rottama e quindi annulla i ruoli affidati alla società di riscossione fino al 2000.
Che cosa vuol dire tutto questo? Significa che possono essere annullate quelle cartelle che hanno un importo che non supera i 2 mila euro a causa dell’iscrizione ritardata a ruolo: il ruolo è un elenco di debitori che viene compilato in queste situazioni.
Lo stesso discorso vale per le somme che superano i 2 mila euro e iscritte fino al 31 dicembre del 1999. Si tratta infatti di somme che non hanno dato luogo a procedure esecutive, per cui non ci sono ricorsi del contribuente o per cui non sono stati previsti accordi di ristrutturazione.
Le cartelle, poi, possono essere annullate se incomplete, ad esempio nel caso in cui non ci siano i criteri di calcolo utilizzati per recuperare le imposte. Questo secondo motivo è stato stabilito dalla Commissione Tributaria Regionale di Catanzaro, la quale ha accolto il ricorso di un contribuente.
Perché le cartelle sono considerate incomplete e poco trasparenti? Prima di essere notificate, devono contenere tutte le informazioni sul modo usato per calcolare gli interessi, altrimenti il cittadino viene privato dell’eventuale diritto di difesa.
