Il cittadino nella giungla degli uffici. L’unica speranza è solo deposta nella fortuna che mai possa servire un documento relativo ai contratti di affitto delle case comunali. Dalle revoca della Romeo Spa, la gestione degli alloggi è ritornata al comune, il quale dichiara di non essere in possesso ancora degli incartamenti che la Romeo deve restituire.
E’ infatti qui che inizia l’odissea del comune cittadino, sballottato da un ufficio a l’altro di Roma Capitale. L’Ufficio Roma Capitale Patrimonio – sito nel quartiere Garbatella – aperto unicamente di giovedì – è stato investito di questo incarico pur non avendo il personale formato a ricevere sia l’affluenza delle molteplici richiesta fatte dagli utenti, sia i documenti cartacei ed elettronici oggetto di richiesta. Senza considerare, praticamente, la completa assenza di materiale da cancelleria, che obbligano gli stessi operatori a chiedere in prestito fra loro dei fogli per fare le fotocopie.
L’utente quindi, passata la prima impressione di meraviglia per un palazzo ben ristrutturato ma al suo interno inefficiente vista la funzione a cui è demandato, inizia sin da subito a rimpiangere i soldi delle tasse evidentemente mal spesi.
Dopo che ti è stato richiesto un documento d’identità per ricevere un numero, si scopre subito che i locali sono privi di impianti di condizionamento e le TV, tantissime, poste a dare informazioni agli utenti, spente.
Si capisce dopo ore di attesa che il numero ricevuto occorre soltanto per avere informazioni sul dove andare e a quale ufficio recarsi. Morale della favola? Ci si ritrova al piano di sopra con la stessa gente che era in fila al piano di sotto.
Il personale, anche se gentile per sua stessa ammissione non è in grado di rispondere in modo esaustivo alle domande dei cittadini, in quanto non adeguatamente formato. Cosi dopo ore di fila si scopre che non si è concluso nulla e bisogna recarsi presso altre sedi.
Si riparte, allora, con destinazione stavolta Roma Capitale Ufficio Politiche Abitative, sito nel quartiere Eur – anche in questo caso l’apertura è settimanale e avviene di giovedì – nel quale, dopo ore di attesa – queste non mancano mai – si riesce a fare solo una richiesta (motivandola) del contratto di locazione. I tempi di attesa sono minimo 30 giorni, ma forse è meglio fare un sollecito ufficio Condoni Sanatoria.
Stiamo parlando di case del comune di Roma fabbricate negli anni ’50, dove si presume che i primi intestatari non siano più in vita e quindi le stesse siano passate, almeno nel 90 % dei casi, ai familiari, che pur avendo bollette a proprio nome per il pagamento degli affitti da anni devono imbattersi nelle problematiche burocratiche di una macchina amministrativa gestita in modo del tutto indegno. Senza contare la cornice dovuta ai mezzi di trasporto sporchi e imbrattati che di sicuro sono un cattivo biglietto da visita per il turista in visita alla nostra bella e amata Roma.
di Dino Fundarò