Era il 20 giugno 1890 quando Oscar Wilde pubblicò per la prima volta Il ritratto di Dorian Gray (The Picture of Dorian Gray) sulla rivista Lippincott’s Monthly Magazine, mensile di letteratura diffuso in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.
La vita come un’opera d’arte (da un lato la ricerca del piacere, dall’altro un vero e proprio stile di vita disinibito) e in quanto tale vissuta nel culto della bellezza estetica. Questo il concetto alla base dell’opera, considerata un capolavoro della letteratura inglese, ma che in poco tempo fu bersaglio di molte polemiche e critiche.
La trama – Il ritratto di Dorian Gray è ambientato nella Londra vittoriana del XIX secolo, un’epoca intrisa dalla mentalità borghese. Il romanzo narra di un ragazzo, Dorian Gray, che fa della propria bellezza un rito insano. Ma è grazie a Basil Hallward, pittore e amico che gli regala un ritratto in cui appare nel pieno della sua gioventù, che inizia a capire il privilegio del suo fascino. Tramite il pittore conosce Lord Henry Wotton, che con i suoi discorsi porta il ragazzo a vedere la sua giovinezza come un fattore talmente importante da fargli provare invidia nei confronti del suo stesso ritratto. E questa invidia porta Dorian Gray a scendere a patti con il demonio: mentre il suo quadro negli anni invecchierà, lui resterà eternamente giovane.
Ma una vita all’insegna del piacere non basta e diversi eventi portano Dorian Gray a interrogarsi sulla vita che ha deciso di condurre. Senza contare che il quadro, successivamente nascosto in soffitta, non fa altro che procurargli rimorsi e paure.
Nel 1891 Oscar Wilde fece stampare il romanzo in volume, aggiungendo la sua prefazione. Operò anche una revisione dell’opera e aggiunse i capitoli 3, 5, 15, 16, 17 e 18, per renderlo più voluminoso. Ma non tutti accolsero bene questa revisione, tanto che alcuni la considerarono un danno perché non fece altro che far perdere quel tocco di spontaneità e di mistero intorno alla storia narrata.