Arriva la svolta nell’inchiesta che vede protagonisti il presidente della Lazio e dg dell’Ischia, che a febbraio ha reso nota una registrazione telefonica: in mattinata Procura di Napoli ha disposto la perquisizione degli uffici della Figc e l’abitazione del presidente Lotito.
La nota vicenda che ha visto protagonisti Lotito e Iodice (il dg dell’Ischia ha reso nota un telefonata in cui il presidente della Lazio parlava degli effetti negativi derivanti dalla possibile promozione di squadre come Carpi e Frosinone) oggi è arrivata a un punto di svolta: gli agenti della Digos, infatti, hanno perquisito gli uffici della Figc e la casa dello stesso Lotito, verso il quale è stato ipotizzato il reato di tentata estorsione. L’inchiesta è stata portata avanti da Vincenzo Piscitelli e i controlli sono avvenuti su disposizione della Procura di Napoli. Tra i personaggi ascoltati anche Carlo Tavecchio, in quanto ritenuto persona informata dei fatti, e Mario Macalli, che però non risultano indagati.
La Repubblica ha fatto sapere che per Lotito si parla anche di presunte pressioni avvenute nei confronti di diversi dirigenti della Lega Pro, che sarebbero stati portati a fargli ottenere consensi in cambio dell’approvazione dei bilanci.
E nel tardo pomeriggio Lotito ha voluto rispondere attraverso un comunicato stampa:
“Da mesi sono oggetto di una campagna diffamatoria e calunniosa il cui fine è indubbiamente quello di ostacolare l’opera di risanamento del calcio, che sto contribuendo faticosamente a portare avanti, come dimostrato dai molteplici provvedimenti già adottati allo scopo di assicurare l’assoluta trasparenza del sistema. Consapevole di questo, mesi addietro, avevo appunto presentato presso la Procura di Roma una denuncia per diffamazione e calunnia. Confido che la magistratura, nella quale ho da sempre la massima fiducia, possa in breve tempo chiarire positivamente la mia posizione al fine di trasformare i miei accusatori in accusati“.