Daniele Leodori è il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio: il suo nome è saltato alle cronache nell’inchiesta su Mafia Capitale, quando già in precedenza gli era stata contestato di aver percepito due stipendi contemporaneamente: quello per il ruolo di Presidente del Consiglio Regionale del Lazio e quello di Consigliere e Sindaco di Zagarolo. Quest’ultima, una carica già affidatagli ancor prima di ricoprire il ruolo di presidente.
Come viene delineato dall’Osservatore Laziale sarebbero emersi, attraverso intercettazioni telefoniche, stretti legami tra Salvatore Buzzi, uno dei primi indagati in Mafia Capitale, Mario Monge, ovvero il Presidente del Sol.Co, Bruno Astorre, senatore Pd e Daniele Leodori.
Monge, arrestato non molti giorni fa, è ritenuto il boss del business dei migranti, della gestione rifiuti porta a porta e dei cassonetti gialli.
Il comune di Zagarolo sarebbe stato scelto da Salvatore Buzzi per gli affari contestategli, per un numero complessivo di 174 appalti in 10 anni.
Valore complessivo delle operazione? 34 milioni di euro. Il tutto, sempre secondo gli inquirenti, con il sostegno di Monge.
In base ai reati contestati, Infatti, il Comune di Zagarolo si sarebbe rivelato utile per guadagnare sui cassonetti gialli. Al riguardo, il Presidente del Sol.Co avrebbe fatto riciclare i rifiuti tessili in un impianto nella zona di Valle Martella.
Gli abiti usati invece di esser donati ai poveri, in questo modo sarebbero stati reinseriti sul mercato estero e su quello italiano. Monge e i suoi collaboratori sarebbero riusciti in questo modo a raccogliere ben 1500 tonnellate all’anno di rifiuti tessili.
Per quanto riguarda la costruzione dell’impianto di Valle Martella di via Prenestina Nuova Km 3.500, la sua realizzazione è stata autorizzata ai sensi del Decreto Legislativo 152/06 del Servizio Tutela Aria e Energia del dipartimento Provincia di Roma.
Questo avrebbe permesso a Monge e i suoi collaboratori di ottenere l’autorizzazione per il recupero dei rifiuti non pericolosi dal Direttore del Dipartimento Ing Claudio Vesselli.
Questo sarebbe accaduto quando la gestione dei rifiuti veniva diretta da Buzzi, con la sua Cooperativa 29 Giugno, nel cuore del centro storico del Comune di Zagarolo.
UNO SGUARDO AL PASSATO – Tutto è iniziato dopo il 1996, quando Daniele Leodori diventa Vicesindaco di Zagarolo ancora fino al 2000, anno in cui viene rinnovato il suo mandato. Già nel 1997, però, la gestione dei rifiuti, fino a quel momento di esclusiva competenza della Ditta Italo Australiana, viene assegnata in compartecipazione alla cooperativa di Buzzi.
Il nuovo incarico inizia proprio nella giornata del 29 giugno, sia a Palombara, sia a Zagarolo.
Secondo quanto è emerso da una conversazione tra Buzzi e la moglie Alessandra Garrone:
“Nel 1996 cominciammo con i rifiuti e non abbiamo più smesso cominciammo il 29 giugno… pensa… a Palombara e Zagarolo insieme, poi nel 1999 viene Formula Sociale, nel 2003 Eriches.. aah, i barboni li abbiamo incominciati a fà nel 2000… Da due… a cinquantasei. De che stamo a parlà ?”
2 milioni di euro che nel tempo diventano 56. Siamo nel 2013.
Eppure, fu subito chiaro già allora quanto fosse secondo molti inutile e inadeguato l’affidamento dell’appalto alla Cooperativa 29 Giugno. Difatti, si versavano soldi per finanziare un servizio scadente e con gravi carenze innovative legate alla raccolta differenziata. Tra l’altro, nonostante le due ditte si fossero divise i compiti a Zagarolo, i costi per i cittadini non sono diminuiti e i servizi non si sono rilevati efficienti. Errore di valutazione o commistione di interessi? Questo spetterà ai giudici stabilirlo a secondo se Daniele Leodori sarà o meno indagato, soprattutto in relazione alle discordanze di certe sue affermazioni che potrebbero non aver convinto del tutto i giudici riguardo la sua estraneità con il Mondo di Mezzo.
Nonostante tutto, nella data del 7 dicembre 2014 il Corriere della Sera pubblica un articolo sul quale si legge:
“Non c’è solo il Campidoglio,naturalmente”. Piuttosto, nel commentare le regionali, Carminati afferma: chr oltre al Gramazio il sodalizio poteva vantare vantato: “La conoscenza del “più votato dello schieramento di sinistra alle regionali“, riferendosi proprio a Daniele Leodori ,oggi presidente del consiglio regionale.
Questi, però, ha dichiarato: “Non conosco né Carminati, né Buzzi. Ho già sporto querela“.
Adesso spetterà agli inquirenti dimostrare se e come il presidente della regione abbia o no fatto parte dell’associazione di stampo mafioso che ha messo in ginocchio la Capitale, oppure trattasi di menzogna da parti di chi, contrariamente, è già indagato.