Trovato morto nella sua cella di Regina Coeli io presunto assassino del gioielliere ucciso a Roma nel quartiere Prati
Ludovico Caiazza, l’uomo arrestato a Latina e accusato di aver ucciso il gioelliere Giancarlo Nocchia, è stato trovato impiccato poco dopo la mezzanotte nella sua cella di Regina Coeli.
Secondo quanto scritto dall’Ansa, il 32 enne avrebbe usato un pezzo di lenzuolo come cappio. Il presunto assassino dopo il fermo era stato rinchiuso da solo nel reparto grande Sorveglianza del carcere romano. Su di lui pendevano indizi gravissimi: al momento del fermo, infatti, oltre al bottino della rapina in via dei Gracchi, gli era stato trovato addosso anche il cellulare della vittima, uccisa in seguito a una rapina nella sua gioielleria in zona Prati.
In base a una prima ricostruzione, l’uomo si sarebbe ucciso nei sette minuti compresi fra una conta e l’altra. Il presunto assassino nella giornata di ieri aveva inoltre incontrato la psicologa del carcere, la quale avrebbe riscontrato nel colloquio intercorso con il detenuto «un forte stato di agitazione» ma nulla che facesse presagire il gesto estremo. Caiazza, sempre ieri, aveva incontrato nel carcere per oltre un’ora il suo avvocato.
Indagine interna – In virtù di quanto accaduto all’interno del carcere, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha deciso, come da prassi, di avviare una indagine interna. “Dalle prime notizie trapelate, Ludovico Caiazza aveva precedenti per violenza sessuale e aveva una situazione personale di forte disagio. Per questo, per tutelarlo, non era stato messo a contatto con altri detenuti“. Lo ha dichiarato all’ANSA il capo del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Santi Consolo.
“Da stanotte – aggiunge il capo del Dap – sono in costante e diretto contatto per acquisire informazioni su quanto accaduto. Gestire in carcere persone che manifestano un forte disagio individuale, come in questo caso, reso ancor più forte dal fatto che il soggetto era accusato di fatti gravissimi, non è semplice. La polizia penitenziaria svolge un compito delicatissimo. È vero che la compresenza di altri detenuti può aiutare a prevenire una situazione come quella che si è verificata. Ma nel caso specifico ha prevalso, in prima istanza e in attesa di più precisi riscontri, la necessità di tutelare il detenuto, visto che le prime notizie indicavano precedenti per violenza sessuale. E per questo, a sua tutela, si è scelto di lasciare il detenuto da solo“.
Due agenti adibiti alla sorveglianza – Erano due ieri sera gli agenti incaricati della sorveglianza di Caiazza, uno in servizio al piano, l’altro al controllo al cancello di ingresso della settima sezione. Come riferito da fonti interne, il controllo del detenuto avveniva ogni quarto d’ora, con obbligo di firma da parte dell’agente incaricato. In base al registro alle 22:30 il l’uomo era ancora vivo. Il ritrovamento del corpo esanime è avvenuto invece alle 22.45, quando Caiazza è stato rinvenuto con il lenzuolo attorno al collo legato alla grata della cella.