La formazione della Banca d’Italia è avvenuta il 23 ottobre 1865 attraverso l’approvazione della Convenzione firmata a Firenze. L’istituzione è avvenuta il 10 agosto 1893 attraverso la legge n°449, con la fusione di quattro banche: la Banca Nazionale del Regno d’Italia, la Banca Nazionale Toscana, la Banca Toscana di Credito per le Industrie e il Commercio d’Italia e la Banca Romana, in liquidazione a causa dello scandalo che ha coinvolto alcuni settori della Sinistra storica, coinvolti in affari illeciti.
Nel 1926 è diventato l’unico istituto autorizzato a emettere moneta, abrogando di fatto il Regio Decreto del 28 aprile 1910, con cui si stabiliva che l’emissione di moneta spettava anche al Banco di Napoli e al Banco di Sicilia. Nel 1936 è diventata un istituto di diritto Regio Decreto del 12 marzo 1936, n°375, che ha costituito la norma principale del sistema bancario italiano fino al 1993, quando è stato promulgato il Testo Unico in materia bancaria e creditizia. Tra i compiti assegnati alla Banca d’Italia rientrano il vigilare sulle banche italiane e l’emissione della moneta.
Con la Seconda guerra mondiale la Banca d’Italia e tutte le istituzioni nazionali hanno vissuto momenti di crisi. Il ripristino della normalità è avvenuto solo con la fine del conflitto, attraverso una riconversione, ma alla fine del 1946 è aumentata vertiginosamente l’inflazione. Così fino agli anni Cinquanta il compito principale della Banca d’Italia è stato quello di gestire gli aiuti internazionali.
Negli anni Cinquanta la Banca ha cercato di risolvere i problemi dello sviluppo del Mezzogiorno dagli anni Sessanta l’azione monetaria ha cercato di incentivare gli investimenti. Ma gli anni Sessanta sono stati caratterizzati da una forte inflazione, in Italia, ancora più elevata rispetto agli altri Paesi.
Nel 1975 Paolo Baffi è salito alla guida della Banca d’Italia. A causa della crisi valutaria del ’76 la Banca ha avviato un processo di rafforzamento della politica monetaria e nel ’78 ha aderito al Sistema Monetario Europeo (SME).
Il 1979 è stato un anno difficile per la Banca a causa di un’iniziativa giudiziaria che ha portato all’incriminazione di Baffi e all’arresto di Sarcinelli, il Vicedirettore. Un’emergenza rientrata perché fondata su argomentazioni infondate e grazie alla solidarietà dell’opinione pubblica nazionale e internazionale.
Negli anni Ottanta la Banca d’Italia ha stabilito come obiettivi il miglioramento dell’efficienza e dell’affidabilità dei servizi di pagamento. Negli anni Novanta il Senato ha discusso del disegno di legge n°4083 “Norme sulla proprietà della Banca d’Italia e sui criteri di nomina del Consiglio superiore della Banca d’Italia”, con l’obiettivo di far acquisire allo Stato le azioni dell’Istituto, ma alla fine non è stato approvato.
Nel 2006 è stato modificato l’articolo 3, secondo cui doveva essere “garantita la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici”. Con la modifica è stata annullata la presenza dello Stato in Bankitalia, ma nessun Governo l’ha rispettata.