L’8 dicembre 1980 Mark David Chapman, una guardia giurata con dei trascorsi movimentati a causa della sua tossicodipendenza e del suo ricovero in una struttura per malati di mente, uccise John Lennon. L’uomo era un fan dei Beatles, ma sviluppò una vera e propria ossessione nei confronti del cantante. Questo lo portò a sentirsi in dovere di punirlo quando iniziò a pensare che avesse tradito gli ideali della sua generazione.
Mark David Chapman iniziò così a progettare l’omicidio di Lennon e il 6 dicembre 1980 volò a New York. Due giorni dopo lo incontrò, si fece autografare la copertina di un album e lo aspettò per ore vicino all’entrata della sua abitazione (Lennon viveva nel palazzo Dakota, proprio nei pressi di Central Park a Manhattan). Quando lo vide rientrare insieme a Yoko Ono lo freddò con cinque colpi di pistola.
Chapman non oppose alcuna resistenza quando gli agenti di polizia lo arrestarono e in seguito affermò di aver compiuto tale gesto solo per ottenere attenzione. Diversi psichiatri lo visitarono e da quegli incontri emersero la sua rabbia repressa nei confronti del padre e il suo identificarsi con Holden Caulfield, il protagonista del romanzo di Salinger (Il giovane Holden), e con Dorothy, protagonista de Il Mago di Oz.
Il motivo dell’omicidio poi divenne chiaro: Mark David Chapman più volte affermò il suo complesso d’inferiorità e l’invidia provata nei confronti della star. Senza contare la rabbia scatenata nel momento in cui Lennon dichiarò di non credere in Dio e nei Beatles. Chapman non poteva credere che l’autore di canzoni che inneggiavano alla fratellanza e alla pace fosse poi tanto ricco e conducesse una vita agiata a New York.
Per l’uomo arrivò l’accusa di omicidio di secondo grado e gli psichiatri affermarono che, nonostante fosse delirante, era ben consapevole di quanto fatto. Si dichiarò colpevole per volontà di Dio, così affermò, e il 24 agosto 1981 fu condannato a vent’anni di carcere. Il giudice ordinò anche che venisse sottoposto a trattamento psichiatrico.