Sacco e Vanzetti, Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, sono stati due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti nel 1909, accusati di omicidio, crimine mai commesso, che li ha portati alla condanna a morte il 23 agosto 1927.
Nicola Sacco, nato a Torremaggiore, in provincia di Foggia, il 22 aprile 1891, ha trovato lavoro in una fabbrica di calzature a Milford, Massachusetts; Bartolomeo Vanzetti, nato a Villafalletto, in provincia di Cuneo, l’11 giugno 1888, ha svolto vari lavori per poi mettersi in proprio aprendo una pescheria.
I due si sono conosciuti nel 1916, anno in cui sono entrati a far parte di un gruppo anarchico italoamericano. Per non entrare a far pare dell’esercito sono fuggiti in Messico e solo alla fine del conflitto sono tornati in Massachusetts.
Poco prima di presenziare a un comizio organizzato il 9 maggio 1920 sono stati arrestati perché in possesso di volantini anarchici e di armi. Pochi giorni dopo sono stati anche accusati di una rapina avvenuta settimane prima in un sobborgo di Boston che ha portato alla morte del cassiere e della guardia giurata.
Nonostante l’assenza di prove certe contro Sacco e Vanzetti, nel 1921 il tribunale ha deciso di condannarli a morte e a nulla è servita la confessione del detenuto Celestino Madeiros, che ha affermato di aver preso parte alla rapina e di non aver mai visto i due italiani. Il Governatore Alvan T. Fuller, che avrebbe potuto evitargli la condanna, dopo aver creato una commissione per riesaminare il caso e ottenuta la stessa sentenza, ha rifiutato di cambiare il verdetto. Le ultime parole di Vanzetti ai giudici sono le seguenti:
“Questo è ciò che volevo dire. Non augurerei a un cane o a un serpente, alla piú miserevole e sfortunata creatura della terra, ciò che ho avuto a soffrire per colpe che non ho commesso. Ma la mia convinzione è un’altra: che ho sofferto per colpe che ho effettivamente commesso. Sto soffrendo perché sono un radicale, e in effetti io sono un radicale; ho sofferto perché sono un italiano, e in effetti io sono un italiano; ho sofferto di piú per la mia famiglia e per i miei cari che per me stesso; ma sono tanto convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e per due volte io potessi rinascere, vivrei di nuovo per fare esattamente ciò che ho fatto finora. Ho finito. Grazie”.
(Wikiquote)
Una volta resa nota la sentenza, a Boston è iniziata la protesta davanti al palazzo del Governo. La manifestazione è durata 10 giorni. Il corteo ha attraversato il fiume e le strade sterrate fino ad arrivare alla prigione di Charlestown. In Italia la gente è rimasta scossa dalla decisione presa nei confronti di Sacco e Vanzetti e anche Mussolini ha cercato di intervenire, prima chiedendo una revisione del processo, poi chiedendo all’ambasciatore americano a Roma di intervenire per salvare la vita dei due italiani.
“Possono bruciare i nostri corpi, non possono distruggere le nostre idee. Esse rimangono per i giovani del futuro, per i giovani come te. Ricorda, figlio mio, la felicità dei giochi… non tenerla tutta per te… Cerca di comprendere con umiltà il prossimo, aiuta il debole, aiuta quelli che piangono, aiuta il perseguitato, l’oppresso: loro sono i tuoi migliori amici”.
(Dall’ultima lettera di Nicola Sacco al figlio Dante, 1927)
Le proteste non hanno portato alcun risultato: il 23 agosto 1927, alle ore 00:19, Sacco e Vanzetti sono stati uccisi sulla sedia elettrica a distanza di sette minuti l’uno dall’altro. La loro condanna ha scatenato la protesta in varie città europee.
“Addio a mia moglie, ai miei figli ed a tutti i miei amici”.
(Le ultime parole di Nicola Sacco prima dell’esecuzione del 1927)
“Desidero perdonare alcune persone per quello che mi hanno fatto”
(Le ultime parole di Bartolomeo Vanzetti prima dell’esecuzione del 1927)
50 anni dopo la morte, il 23 agosto 1977, il Governatore del Massachisetts Michael Dukakis ha emanato un proclama che ha di fatto assolto Sacco e Vanzetti: “Io dichiaro che ogni stigma e ogni onta vengano per sempre cancellati dai nomi di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti“.
I due uomini sono stati cremati e le loro ceneri attualmente si trovano nel cimitero di Torremaggiore.
Sacco e Vanzetti, italiani ingiustamente giustiziati il 23 agosto 1927 | ITMTelevision
23 Agosto 2014 @ 16:52
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