Cartelle illegittime di Equitalia: la riforma della legge che ha finora tutelato i contribuenti limita i poteri di questo strumento
Per sospendere una cartella di Equitalia quando i crediti si sono prescritti, sono già stati annullati o sospesi bisognerà seguire nuove regole. Dal 2013 esiste una legge fatta apposta per queste situazioni, il “decreto cartelle pazze”, praticamente sconosciuto ai contribuenti. In poche parole, il contribuente che ha ricevuto una cartella illegittima può sospenderla, chiedendo che sia la stessa Equitalia a intervenire: nel caso in cui la società risponde in maniera affermativa si ha l’annullamento.
La cartella, comunque, si annulla anche quando non si riceve risposta entro 220 giorni. Questo strumento così importante per i cittadini è stato modificato nella giornata di ieri e potrebbe funzionare in maniera differente o non funzionare affatto. Ad esempio, la sospensione poteva essere richiesta in diversi casi, tra cui il generico “per qualsiasi altra causa di non esigibilità del credito”.
Questo passaggio è scomparso, di conseguenza la richiesta potrà essere effettuata solamente entro 60 giorni rispetto ai 90 previsti fino ad oggi. Inoltre, i 220 giorni di silenzio non rappresentano più un motivo per annullare la cartella se c’è un giudizio in corso. Altra modifica della riforma è quella delle cartelle esattoriali relative a debiti fino a 20 mila euro: prima del ricorso al giudice bisogna presentare ad Equitalia l’istanza di reclamo, in modo che la società corregga gli errori commessi in massimo 90 giorni.