Deportazione dei carabinieri da Roma, celebrato oggi il 72esimo anniversario. La commemorazione in presenza del generale Del Sette
Celebrata oggi, presso la Legione Allievi, la commemorazione del 72/o Anniversario della deportazione dei Carabinieri da Roma: alla presenza delle autorità cittadine e della comunità ebraica, dei presidenti dell’Associazione nazionale Carabinieri e dell’Opera nazionale assistenza orfani militari Arma Caduti, il comandante generale Tullio Del Sette ha deposto una corona d’alloro alla lapide dei Caduti in guerra. Il 7 ottobre 1943, di primo mattino, paracadutisti tedeschi e SS – che si apprestavano a rastrellare il ghetto ebraico di Roma per deportarne gli abitanti e avevano bisogno di avere mano libera per condurre in porto l’operazione, neutralizzando i Carabinieri – circondarono le principali caserme dell’Arma della Capitale, bloccandone all’interno i militari.
Oltre 2 mila, forse fino a 2.500 furono catturati e rinchiusi in varie caserme. Il giorno dopo vennero fatti salire su treni merci diretti a Nord e furono deportati in campi di lavoro o di internamento in Austria e in Germania, o in Polonia, da dove oltre 600 non tornarono più e gli altri riuscirono a fare ritorno soltanto dopo molti mesi, circa due anni, di fatiche, sofferenze e stenti. Il 16 ottobre, otto giorni dopo, messi fuori gioco i militari dell’Arma, centinaia di cittadini ebrei italiani furono catturati in tutta Roma e in particolare nel ghetto, in via Portico d’Ottavia: 1.023 furono avviati a Auschwitz; tornarono in 16, 15 uomini e una donna.
«Quel 7 ottobre di 72 anni fa – si legge in una nota del Comando generale – i Carabinieri rifiutarono l’adesione alla Rsi, scegliendo la strada dell’onore e il supplizio dei campi di internamento nazisti. Una scelta consapevole, estrema e coraggiosa, di sofferenza certo, ma coerente con quella fatta all’atto dell’arruolamento: servire la propria gente e difendere la Patria».
Il contributo dell’Arma alla Resistenza e alla Guerra di Liberazione si è concretizzato in 2.735 caduti, 6.521 feriti, oltre 5 mila deportati, 723 ricompense individuali al Valor Militare e innumerevoli ricompense al Valore e al Merito Civile, nonché con la concessione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla sua Bandiera di Guerra.