Fu la ferrovia Napoli-Portici (primo tratto di quella che poi si trasformò nella Napoli-Salerno) la prima linea ferroviaria costruita in Italia, nell’allora Regno delle Due Sicilie. Lunga poco più di 7 chilometri, fu inaugurata il 3 ottobre 1839 dal re Ferdinando II di Borbone e diede prestigio al Regno stesso, facendolo entrare tra le grandi potenze del vecchio continente (la prima linea ferroviaria del mondo fu inaugurata nel 1825).
Armando Bayard de la Vingtrie, ingegnere francese, presentò il progetto al ministro del re all’inizio del 1836: i lavori della costruzione sarebbe stati effettuati a sue spese, ma in cambio chiese la concessione della gestione per 99 anni. Il 19 giugno del 1836 le parti firmarono la convenzione e a questa seguirono altri documenti in cui si decise che dopo 80 anni la ferrovia sarebbe diventata dello Stato e si stabilirono le tariffe dei prezzi. Le locomotive utilizzate furono quelle inglesi (successivamente si utilizzarono quelle costruite a Pietrarsa), mentre i materiali rotabili furono costruiti tutti nel Regno delle Due Sicilie.
L’8 agosto 1838 iniziarono i lavori (per la tratta della ferrovia Napoli-Portici furono costruiti 33 ponti, 2.958 metri di mura di sostegno e 541 metri di ringhiere di ferro) e il 3 ottobre dell’anno successivo avvenne, con grande solennità, l’inaugurazione della ferrovia Napoli-Portici. Re Ferdinando II tenne un discorso e si disse sicuro dei benefici della tratta, che sicuramente avrebbe giovato al commercio e avrebbe aiutato la gente a muoversi. Sul primo convoglio salirono Ferdinando II, diversi invitati, una rappresentanza dell’armata, e la banda della guardia reale. La Vesuvio, la locomotiva che trainò il treno inaugurale, pesava 13 tonnellate.