La stazione metro Ponte Mammolo non è pronta per il Giubileo. Il viaggio di newsgo all’interno di uno dei punti nevralgici del traporto pubblico romano dell’area nord-est – Foto
La stazione metro Ponte Mammolo, situata nell’area nord-est di Roma, è fra gli snodi principali del trasporto pubblico romano e laziale, essendo capolinea di numerose linee urbane, extraurbane e stazione della metro B. Costruito su due livelli alla fine degli anni ’80, come tratta di collegamento da Termini a Rebibbia, rimase in realtà inattiva fino al 1995, perché zona poco abitata. C’è da precisare che l’iniziale apertura fa riferimento ai soli treni diretti a Laurentina. La tratta inversa, infatti, fu aperta solo due anni più tardi, nel 1997. L’iniziale progetto relativo alla Stazione metro Ponte Mammolo, inoltre, ne prevedeva l’intersezione con la nuova linea C, progetto successivamente abolito. (Fonte wikipedia).
In vista del Giubileo, newsgo ha voluto approfondire come la stazione metro Ponte Mammolo debba fare i conti con importanti criticità, tra sporcizia, mancanza di sicurezza e servizi inadeguati; il tutto con l’anno santo indetto da papa Francesco praticamente alle porte.
Durante il nostro sopralluogo abbiamo scattato numerose foto, sia all’interno delle sale d’attesa, sia girovagando per tutto l’interscambio del tpl. Il nostro sopralluogo è iniziato dal lato sud, unico accesso della stazione metro Ponte Mammolo lato Atac, per poi spingersi via via sul secondo livello, dove è situata l’area riservata alle partenze della Cotral spa.
A partire dai relativi accessi, la sporcizia in particolare si vede e si respira: le sale d’attesa vengono utilizzate come dormitori, spogliatoio. Sotto i sedili sono nascosti alla bene e meglio cartoni usati come letti, coperte e materassi. Alcuni oggetti, inoltre, sembrano segnalare la presenza di minori costretti a vivere in tali condizioni di degrado, con dei giocattoli sospetti abbandonati insieme ad altre cianfrusaglie. La rampa di scale adiacente al terminal 11 delle partenze Cotral e disposta alla destra dei tornelli d’uscita della metropolitana, puzza costantemente di urina, anche dopo i lavaggi d’obbligo della pavimentazione circostante. Tutto questo rende spesso le scale pericolose e si rischia di scivolare se non si presta attenzione a dove si mettono i piedi.
Trasversalmente, i servizi igienico-sanitari contano di due soli accessi, con indicazioni sovrastanti gli stessi scritte a pennarello, almeno per quel che riguarda gli uomini. Il bagno delle donne è riconoscibile per esclusione. Grottesco appare invece l’indicazione per quello destinato agli autisti Atac, cove la scritta è tremolante in stile b-movie horror; curioso poi che la carta igienica sia lasciata appesa a un gancio collocato all’esterno, invece di trovarsi nei rispettivi bagni, dove manca l’illuminazione: chiudendoci la porta alle spalle si rimane completamente al buio ed è difficile espletare i propri bisogni senza sporcare.
Stefano Esposito, ex assessore alla Mobilità della Giunta Marino, aveva parlato di 30 mln di euro per reggere l’urto del Giubileo, non confidando nell’attuale forza motrice del Trasporto Pubblico romano. Il problema sostanziale, dunque, appare come contrapposizione fra la necessità di sicurezza e l’obbligo di efficienza del servizio. Se entrambe sono a rischio, Roma non può perdere l’ennesima battaglia di fronte all’opinione internazionale. Gli ultimi fatti l’hanno messa oltremodo già nell’occhio del ciclone, tanto da portare alle dimissioni del sindaco Ignazio Marino. Roma insomma si troverà di fronte a un evento di immani proporzioni, con la sua giunta sfiduciata e un sindaco dimissionario.