Le parrocchie romane ospiteranno i migranti, accolto l’appello di papa Francesco. Nello specifico saranno 62 parrocchie, 13 istituti religiosi, 2 seminari, 2 case famiglia, 2 istituti pontifici
Più di 80 parrocchie disposte a ospitare i migranti così come richiesto in un appello di papa Francesco. A darne comunicato, il Vicariato della Santa Sede. Si tratta di «un numero importante – riferisce in una nota la diocesi di Roma – a cui si aggiungeranno nei prossimi mesi altre iniziative di solidarietà, gemellaggi tra parrocchie, adozione di famiglie da parte di altre famiglie, iniziative di sostegno economico, locali da utilizzare per la formazione, che coinvolgeranno tutte le comunità della diocesi e che la Caritas diocesana promuoverà a partire dal 2016».
Gli enti ospitanti sono al momento così suddivisi: “62 parrocchie, 13 istituti religiosi, 2 seminari, 2 case famiglia e 2 istituti pontifici hanno aderito alla proposta della Caritas per la «prima accoglienza», rivolta a richiedenti protezione internazionale ancora non riconosciuti che saranno inviati dalla Prefettura di Roma, o per la «seconda accoglienza», per rifugiati già riconosciuti e che hanno terminato il periodo di assistenza nel circuito dell’accoglienza dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) cui aderisce la Caritas stessa”.
Al momento sono in corso i sopralluoghi tecnici, come scrive l’Ansa. I controlli sono necessari per poter determinare entro la metà di ottobre l’idoneità delle strutture. Attualmente, sono in tutto 17 le parrocchie che hanno ricevuto il pass per poter ospitare immediatamente i migranti. Al contrario, sono le 8 parrocchie che dovranno intervenire nella ristrutturazione e adeguamento dei propri locali per poter ricevere il via liberà. I lavori dovranno essere terminati nei prossimi due mesi. 14 invece le strutture non rispettanti la normativa. In totale sono invece 16 le parrocchie che già collaborano stabilmente con la Caritas diocesana nell’accoglienza dei senza dimora. Mentre ulteriori 8 si occuperanno della promozione delle scuole di italiano nelle ore diurne.
«Una straordinaria partecipazione delle parrocchie data la novità e l’originalità della richiesta» ha detto monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, per il quale «l’appello di Papa Francesco ha aperto il cuore dei romani. Occorre considerare – ha commentato monsignor Feroci – che le nostre comunità sono state chiamate dal Santo Padre a qualcosa che va oltre l’ordinario e la storia pastorale di tutta la Chiesa italiana ed europea. I complessi parrocchiali non sono stati pensati per fare questo tipo di accoglienza. Sono anzitutto luoghi di culto e di insegnamento, così come avviene per i luoghi di tutte le altre religioni. A questo va poi aggiunto che a settembre l’attività pastorale non è ancora ripresa in pieno e oltre quaranta comunità parrocchiali hanno visto avvicendarsi i propri parroci che in questi giorni si stanno insediando. Per questi era impossibile poter aderire in tempi così stretti all’appello. Purtroppo sui media sono state date letture distorte e offensive; addirittura ci risulta che sono stati offerti soldi a dei rifugiati siriani per indossare una telecamera nascosta e andare a chiedere accoglienza fermando i sacerdoti per strada. Vorrei invece che fosse compreso l’enorme sforzo che i parroci stanno facendo insieme alle comunità».