Sciopero dei trasporti del 2 ottobre, tra stupore e rabbia dei pendolari. Annunciato e poi smentito
A Roma sembra ormai regnare il caos. Tra il sindaco Marino che smentisce se stesso, lo sciopero annunciato, revocato, eppure in corso, La Capitale è diventata teatro di Baruffe Chiozzotte, vetrina di ironia mondiale e chi più ne ha, più ne metta. Del resto noi stessi avevamo scritto dello sciopero mercoledì, preannunciando l’ennesimo venerdì nero per i pendolari. Noi stessi, allo stesso modo, avevamo scritto di come l’agitazione sindacale del 2 ottobre era stata posticipata. A riprova della nostra buonafede, le testimonianze di alcuni utenti, come quelle riportate dall’Ansa: «Sono un medico del Policlinico – spiega una donna – Sono uscita ieri dal lavoro alle 7 e non c’erano più i manifesti che annunciavano lo sciopero. Fino a ieri sera sembrava che non ci fosse più, neanche era scritto sulle paline. Io questa mattina ho fatto con calma, perché non c’era sciopero. Ora non so come fare». Uno sciopero – carte alla mano Gabrielli ha annunciato un’adesione del 30’% – che forse non era da farsi, visto la manifestazione degli studenti al momento in corso. Colpa delle dimissioni del dg Francesco Micheli e l’ad Danilo Broggi? Gli assenti hanno sempre torto o quasi, ma per una volta bisogna derogare pure questa regola.
A Roma è saltato il tappo. Rifiuti, trasporto pubblico, funerali di dubbio gusto e un sindaco apparentemente sempre più in balia degli eventi, la costringono in ginocchio, quando nemmeno due mila anni di storia ci erano riusciti precedentemente. Il rapporto tra Ignazio Marino e i suoi cittadini corre sul filo del rasoio, avvelenato da un’idea di immobilismo, mentre altri, il lato oscuro della politica e il clientelismo, sembrano voler fare di un sol boccone quanto rimane della Città Eterna.
Città Eterna sepolta dagli scandali e da una Giunta, sempre a sentire i detrattori di quella attuale, incapace. Conoscere Roma è condizione necessaria ma non sufficiente per amministrarla, è vero, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Magari migliorando la comunicazione ai cittadini, possibilmente.
Questa giunta può andare avanti? Per una volta vogliamo esprimerci in tal senso, pur rimanendo neutrali dal punto di vista politico: no. E non perché l’assessore alla Mobilità, Stefano Esposito, abbia bestemmiato in aula che lo affermiamo. Una volgarità per cui si è tra l’altro scusato subito attraverso il proprio account twitter. Semplicemente, questa città va restituita ai romani, che ne conoscono gioie e dolori, nonché potenzialità.
Alle porte c’è il Giubileo e Roma al momento appare come un pugile suonato, che barcolla ma non vuole andare a terra. Con i guantoni piantati sul viso, sembra la vittima sacrificale di qualche main event pugilistico. Sono tutti pronti a contarla appena poggerà le ginocchia a terra. C’è da chiedersi se si voglia veramente questo, se vogliamo la dipartita di un campione mondiale per cultura, tradizione e bellezza. Restituite Roma ai romani. Da destra a sinistra, ora c’è bisogno di una prova di coraggio. Basta proclami, basta sapere chi ha viaggiato o chi ha ospitato chi. La città deve tornare a guardare il mondo negli occhi, non a fissarsi le punte delle scarpe.