La strage dei piccoli martiri o strage di Gorla è il nome dato alle conseguenze di un bombardamento comandato dagli Alleati il 20 ottobre 1944. Ad essere colpita dal bombardamento fu la scuola elementare Francesco Crispi di Milano, situata nel quartiere di Gorla, trasformatasi in cimitero: ben 184 bambini persero la vita quel giorno.
I bombardieri Alleati partirono dall’aeroporto di Castelluccio dei Sauri, vicino Foggia, alle 7:58. Secondo quanto stabilito dal piano d’attacco bisognava raggiungere il punto di riferimento iniziale per effettuare poi una virata a sinistra di 22° e trovarsi sopra gli stabilimenti della Breda.
La prima ondata fu un insuccesso, ma la strage dei piccoli martiri si verificò a causa della seconda ondata: un errore di trascrizione o un’errata interpretazione delle coordinate portarono a virare a destra e non a sinistra come stabilito.
Una volta capito l’errore era troppo tardi e non ci fu alcuna possibilità di tornare indietro e cambiare direzione: le bombe, tutte innescate, impedirono anche l’atterraggio del bombardiere alla base e il comandante decise di sganciare le bombe sul centro abitato sottostante, senza aspettare di sorvolare sulla campagna cremonese o sul mare.
Alle 11:29 80 tonnellate di esplosivo colpirono gli abitanti di Gorla e Precotto. Un quarto d’ora prima buona parte della popolazione fu avvisata del pericolo e per questo in molti furono in grado di raggiungere i rifugi antiaerei.
Ma una fatalità volle che un ordigno centrasse il vano scale della scuola elementare e raggiungesse il rifugio dell’edificio causando la morte di 184 bambini e di tutti i docenti. Quel giorno Milano contò 614 vittime e più di 100 feriti.
La strage dei piccoli martiri oggi viene ricordata grazie al monumento concesso dal Comune di Milano ai parenti delle vittime. Il monumento è stato realizzato dallo scultore Remo Brioschi ed è stato inaugurato tre anni dopo la strage.