Ama, sarà interrotto il servizio di raccolta di indumenti e accessori e revocato l’affidamento ai due consorzi, rei di condotte non corrette
Attraverso una nota, Ama Spa ha reso noto di aver disposto l’interruzione del servizio di raccolta differenziata di indumenti e accessori di abbigliamento usati sul territorio comunale, revocando l’affidamento ai consorzi aggiudicatari Sol.Co e Bastiani. Dunque, nei prossimi giorni, i consorzi saranno costretti a rimuovere i circa 1.800 contenitori gialli dedicati alla raccolta che si trovano nel territorio romano. E l’Ama ha anche comunicato di aver deciso di internalizzare il servizio.
“A questo fine, nel 2016, sarà bandita una gara ad evidenza pubblica per l’acquisto di cassonetti da utilizzare per il conferimento dei rifiuti tessili – prosegue – e si procederà per dotare l’azienda capitolina di strutture atte alla valorizzazione in proprio di tali materiali. Il provvedimento, che si inserisce nel percorso di trasparenza e legalità intrapreso dal nuovo management di Ama, è stato deciso in quanto nell’ambito del processo per ‘Mafia Capitale, lo scorso 5 novembre è stata resa pubblica la ‘Relazione sugli esiti dell’accesso presso Roma Capitale del Prefetto di Roma, che contiene anche un capitolo riguardante questo servizio. All’interno del documento – ha spiegato l’Ama – si evidenziano condotte non corrette dei due consorzi nella gestione e nella partecipazione alla gara del 2008, nonché l’esistenza di gravi infiltrazioni mafiose che avrebbero interessato anche direttamente talune delle cooperative esecutrici del servizio. Gli attuali vertici di Ama Spa, anche in questo caso, assicureranno la massima collaborazione alla Procura della Repubblica che, attraverso la Direzione Distrettuale Antimafia, ha richiesto gli atti relativi sia all’appalto del 2008 sia a quello risalente al 2013, riguardanti i medesimi soggetti. Nella lettera che l’azienda, a propria tutela, ha già inviato ai consorzi Sol.Co e Bastiani, vengono sottolineate le ‘gravi ragioni di opportunità nonché di tutela del pubblico interessè che hanno determinato la decisione di non procedere alla stipula dei nuovi contratti di affidamento – conclude l’Ama – e di ‘interrompere la prosecuzione del servizio in essere“.