Il 24 novembre 1859 Charles Darwin pubblicò “L’origine delle specie” (Sull’origine delle specie per mezzo della selezione naturale o la preservazione delle razze favorite nella lotta per la vita, il titolo completo), opera attraverso la quale volle enunciare la sua teoria dell’evoluzione. Proprio con la sua teoria, Darwin si affermò come padre del concetto moderno di evoluzione biologica e nell’opera “L’origine delle specie” enumerò due teorie, quella dell’evoluzione biologica e quella delle selezione naturale.
Attraverso l’evoluzione biologica volle spiegare che l’uomo è il risultato di un’evoluzione avvenuta gradualmente e così andò contro quel concetto per cui il mondo sarebbe stato creato da Dio in un determinato modo e che tutte le specie avrebbero avuto certe caratteristiche da subito. Poi, attraveroso la teoria della selezione naturale spiegò che da sempre le persone competono tra loro e che la lotta alla sopravvivenza porta all’eliminazione dei più deboli, di che non può sopravvivere a certe condizioni.
A spingerlo a pubblicare il suo lavoro fu Charles Lyell, un geologo scozzese che lo sollecitò ad anticipare il lavoro di Alfred Russel Wallace. Il titolo da lui pensato era “Riassunto del saggio sull’origine delle specie e varietà per mezzo della selezione naturale, ma Murray, l’editore con il quale si accordò per la pubblicazione, gli suggerì l’abbreviazione “Sull’origine delle specie per mezzo della Selezione naturale”.
Da subito ottenne successo e le 1250 copie andarono presto esaurite e negli anni Darwin lavorò alle successive edizioni. Nel 1871 aggiunse la seguente frase conclusiva:
“C’è qualcosa di grandioso in questa idea della vita, con le sue infinite potenzialità, originariamente infuse dal Creatore in pochissime o in una sola forma; e, mentre questo pianeta ha continuato a roteare seguendo le immutabili leggi di gravità, da un inizio così semplice infinite forme, sempre più belle e meravigliose, si sono evolute e tuttora si evolvono”.