La truffa della telefonata per il controllo delle bollette: la Polizia ha spiegato quali dati sensibili vengono richiesti dai finti dipendenti delle aziende
Gli allarmi lanciati dalla Polizia vanno tenuti sempre in alta considerazione, soprattutto quando si tratta di truffe. L’ultima a che fare con una telefonata che potrebbe ricevere ognuno di noi per quel che riguarda le bollette: i truffatori, infatti, cercano di convincere le potenziali vittime che la chiamata serve per alcune verifiche e controlli incrociati dell’azienda che si occupa dell’energia elettrica o dell’acqua.
Nella maggior parte dei casi queste persone hanno riferito di lavorare per Enel e di aver bisogno dei dati delle bollette, ma la stessa compagnia ha precisato che informazioni così sensibili non vengono mai richieste al telefono.
I dati più richiesti dai truffatori sono il codice fiscale e soprattutto il POD (Point Of Delivery, il punto di prelievo per intenderci), il codice che indica una zona dell’Italia in cui l’energia è consegnata dal fornitore e prelevata dal cliente. Una volta ottenuto il POD, come spiegato dalla Polizia, i finti dipendenti dell’azienda possono inserirsi nel contratto e attivarne uno nuovo con evidenti danni economici per chi è stato truffato.