La Grande Guerra si concluse definitivamente l’11 novembre 1918 con la firma dell’armistizio di Compiègne imposto dagli Alleati alla Germania. Il raggiungimento dell’accordo non fu semplice e, infatti, ci vollero settimane prima di stabilire una data per l’incontro tra una delegazione di funzionari tedeschi e i francesi, che poi stabilirono il luogo dell’incontro: un vagone ferroviario nel bosco situato vicino Compiègne. L’8 novembre avvenne l’incontro e i francesi diedero 72 ore agli avversari per accettare le condizioni imposte. Erzberg, il segretario di Stato, volle consultarsi con Berlino in quanto gli Alleati non lasciarono alcun margine di trattativa. A quel punto, dato che in Germania la situazione era ormai fuori controllo, gli venne detto di sottoscrivere l’armistizio a qualunque condizione.
Erano le 7 dell’8 quando il treno dei tedeschi si fermò nel bosco vicino a quello dei francesi. Le delegazioni si riunirono e Foch, in rappresentanza della Francia, accompagnato da altri rappresentanti della Triplice Intesa, disse chiaramente che i combattimenti sarebbero andati avanti fino alla firma dei tedeschi, che sarebbe dovuta arrivare entro 72 ore. Firmato l’armistizio, la guerra sarebbe dovuta finire entro sei ore e in 15 giorni le truppe tedesche avrebbero dovuto abbandonare i territori occupati in Europa. E per evitare un ritorno alle armi fu chiesta la consegna di migliaia di armi, di 5mila locomotive, 150mila vagoni ferroviari, delle navi da guerra moderne e l’annullamento del trattato di Brest-Litovsk.