Pier Paolo Pasolini nacque a Bologna il 5 marzo 1922. Il padre dopo aver dissipato il patrimonio familiare si arruolò e per questo la famiglia fu costretta a vari trasferimenti. Con il tempo il rapporto tra i due divenne sempre più complesso, mentre per la madre nutriva una vera adorazione. Nel 1940 Pasolini si iscrisse alla facoltà di lettere a Bologna e nel 1942 fu pubblicata la sua prima raccolta di poesie, Poesie e Casarsa, scritta in lingua friuliana. Nel 1945 si laureò con una tesi su Pascoli, ma in seguito dovette far fronte alla tragica morte del fratello, partigiano ucciso insieme ad altri compagni. Nel 1949 si trasferì a Roma con la madre dopo essere stato denunciato e processato a causa della sua omosessualità.
Negli anni Pasolini è diventato un vero e proprio personaggio di spicco in Italia e oltre alla letteratura si dedicò molto anche all’attività di regista cinematografico e diresse la rivista Nuovi Argomenti insieme ad Alberto Moravia e Enzo Siciliano.
La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975 Pasolini venne assassinato: percosso e travolto dalla sua auto, il suo cadavere fu ritrovato sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia. A trovare il suo corpo fu una donna verso le 6 del mattino. Aveva 53 anni lo scrittore, poeta, regista e intellettuale italiano. Del suo omicidio fu accusato Giuseppe Pelosi, un diciassettenne di Guidonia che poi affermò di aver incontrato Pasolini alla Stazione Termini e di essere stato invitato nella sua Alfa Romeo 2000 GT Veloce con la promessa di un compenso in denaro.
Prima i due andarono a cenare in una trattoria nella zona della Basilica di San Paolo, poi si diressero a Ostia. La morte dello scrittore sarebbe stata la conseguenza di un litigio tra i due nato a causa delle pretese sessuali di Pasolini e che il ragazzo non voleva concedergli. Così il ragazzo uscì dall’auto, si impadronì di un bastone con il quale colpì Pasolini e in seguito saliì sulla sua auto per travolgerlo ripetutamente con le ruote.
Ma l’omicidio di Pasolini lasciò non pochi dubbi a molte persone che lo conoscevano e questo anche a causa delle contraddizioni di Giuseppe Pelosi e di alcuni riscontri incoerenti degli atti processuali. Secondo tanti Pelosi non avrebbe mai potuto massacrare Pasolini perché troppo minuto (non riportò neanche i segni della lotta sul corpo o tracce di sangue sugli indumenti).
Inoltre i proprietari della trattoria Biondo Tevere, quella in cui avrebbero cenato, affermarono di aver visto lo scrittore con un giovane alto circa 1.70 o poco più, con capelli biondi e lunghi, pettinati all’indietro, una descrizione totalmente differente da Pelosi, più basso, con capelli neri e ricci e fisicamente gracile. Poche settimane dopo anche Oriana Fallaci parlò di quanto accaduto e ipotizzò la presenza di almeno altre due persone, soprattutto perché dopo alcuni colloqui con un ragazzo, questo avrebbe poi dichiarato di aver preso parte all’assassinio del poeta bolognese. Anche gli abitanti delle baraccopoliin seguito confidarono di aver sentito delle urla e delle invocazioni di aiuto, ma nessuno uscì per andare a soccorrere Pasolini quella notte.
Solo nel 2005 Giuseppe Pelosi ha dichiarato di non essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio di Pasolini e ha affermato che a compiere tale gesto sono state altre tre persone, secondo lui con accento calabrese e siciliano. Nel 2008 ha fatto i nomi di questi uomini: Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza.
Un’altra ipotesi ha collegato Pasolini alla lotta del potere avvenuta in quel periodo nel settore petrolchimico, tra Eni e Montedison. Secondo altri Pasolini è morto a causa delle accuse mosse nei confronti dei politici italiani, secondo lui collegati ai disastri della strategia della tensione. Ma ad oggi la versione ufficiale vuole Pasolini vittima dei suoi stessi vizi, ucciso da uno di quei ragazzi che lui stesso aveva tanto amato e descritto nei suoi racconti.