Vinicio Capossela, cantautore e scrittore italiano nato ad Hannover il 14 dicembre 1965, festeggia i suoi 50 anni e lo fa nell’anno in cui celebra anche i 25 anni trascorsi dall’esordio discografico. I suoi genitori, entrambi italiani, fecero ritorno in patria e lui iniziò a studiare in Conservatorio, che poi abbandonò per seguire altrove le sue passioni. Suonò sulle navi, nei locali di riviera e in quelli newyorkesi, ma a notarlo fu Francesco Guccini, colui che lo lanciò nel Club Tenco insieme al produttore Renzo Fantini.
Era il 1990 quando Vinicio Capossela ottenne il suo primo contratto discografico. Quell’anno pubblicò “All’una e trentacinque circa”, l’album d’esordio che fu premiato con la Targa Tenco per la migliore opera prima. L’anno dopo fu la volta di “Modì”, album contenente una canzone omonima dedicata ad Amedeo Modigliani. Furono anni ricchi quelli e nel 1992 fece un cameo nel film “Non chiamarmi Omar”, di cui firmò la colonna sonora.
E da quel momento ci fu un filo conduttore tra la sua musica e il cinema: il suo terzo album, “Camera a sud”, contiene la traccia “Che coss’è l’amor, che divenne colonna sonora di “Tre uomini e una gamba” e “L’ora di religione”. Quell’anno, il 1994, fu anche ricco dal punto di vista della vita privata dato che sposò una fotomodella. Ma il matrimonio durò poco più di due anni dato che i due divorziarono.
Prima ancora dell’uscita del terzo album, Vinicio Capossela collaborò con Paolo Rossi , che lo volle in qualità di attore e autore delle musiche dello spettacolo “Pop e Rebelot”, e lanciò il disco tributo a Vladimir Visotski, “Il volo di Volodja”. Fu “Il ballo di San Vito” a rappresentare l’album della svolta, ma fece emergere tutte le sue influenze letterarie, tra cui quella di Tom Waits, il noto cantautore statunitense.
Seguì un tour teatrale e la realizzazione di un homevideo intitolato “Liveinvolvo”. Il sesto album uscì nel nuovo millennio con il titolo “Canzoni a Manovella”, prodotto in collaborazione con Pasquale Minieri e premiato con la Targa Tenco per miglior album insieme al cs di De Gregori “Amore nel pomeriggio”. Tre anni dopo, 2003, pubblicò “Ovunque proteggi” e, come negli ultimi due album, alla chitarra si annoverò il nome di Marc Ribot, proprio uno dei collaboratori di Tom Waits.
Nel 2006 Vinicio Capossela pubblicò “Nel niente sotto il sole – Grand tour 2006”. Nel 2008 protestò contro la decisione di creare una discarica sul’Altopiano del Formicoso e organizzò un concerto per sostenere la gente del luogo che aveva non pochi problemi con i rifiuti. Il decimo album, “Da solo”, uscì nel 2008 e l’anno dopo Mario Trevi gli consegnò il premio alla carriera in occasione dell’ottava edizione del Premio Carsone. “The Story-Faced Man”, la seconda raccolta di Vinicio Capossela, uscì nel 2010 (prima in Inghilterra) e a questa seguì un tour internazionale.
“Marinai, profeti e balene”, titolo dell’ottavo album in studio (costituito da due cd, il primo “oceanico biclico” e il secondo “omerico e mediterraneo”) che il cantautore definì “un’opera ciclopedica, una Marina Commedia fuori misura“, conquistò il disco di platino grazie alle oltre 600mila copie vendute e diede il via al tour iniziato nell’aprile del 2011 e concluso nel maggio del 2012.