Commodo, nato Lucio Elio Aurelio Commodo e divenuto Cesare Lucio Marco Aurelio Commodo Antonino Augusto, è stato un imperatore romano, figlio di Marco Aurelio, al quale succedette al trono. La sua fu una figura autoritaria e che non riuscì a raccogliere consensi dal Senato, organo che non prediligeva e che a sua volta lo odiava. Ma, nonostante i modi da despota, mostrò tolleranza verso la religione e raccolse consensi dal popolo e dall’esercito. Inoltre, fece costruire diversi monumenti in onore delle imprese compiute dal padre.
Grande era la sua passione per i combattimenti gladiatori e lui stesso prese parti ad alcuni scontri, suscitando non poco scandalo dato che i gladiatori erano condannati, professionisti o uomini liberi non visti di buon occhio dalla società, tanto da farsi soprannominare l’Ercole romano.
Il 27 novembre 176 Marco Aurelio nominò Commodo Imperator e un anno dopo lo titolò Augusto. A 15 anni, correva l’anno 177, divenne console, poi sposò Bruzia Crispina e nel 178 partì con il padre per prendere parte alle guerre contro i barbari. Fu proprio durante quei combattimenti che Marco Aurelio si ammalò e morì. Commodo, a 19 anni, divenne unico imperatore.
Per 12 anni riuscì a governare e questo nonostante le diverse congiure contro la sua figura. Ad una di queste prese parte anche la sorella Lucilla (che al contrario della sorella Fadilla non gli fu fedele), prima esiliata e poi fatta uccidere.
Altra donna da lui esiliata fu Bruzia Crispina, dalla quale divorziò nel 192. Furono i suoi comportamenti, considerati eccessivi, a far crescere il malcontento del Senato e proprio i senatori, insieme al prefetto del Pretorio Quinto Emilio Leto, al cubicolario e alla concubina. Si tentò di avvelenarlo durante un banchetto tenutosi il 31 dicembre 192, ma il piano fallì e la sera stessa fu chiesto a Narcisso, il maestro dei gladiatori, nonché istruttore dell’imperatore, di ucciderlo. Quella sera stessa Commodo morì strangolato.
Il Senato decretò il damnatio memoriae, la cancellazione della memoria di Commodo (consisteva nella distruzione di ogni traccia che potesse essere tramandata di generazione in generazione), ma nel 195 Settimo Severio, nuovo imperatore, riabilitò la sua memoria e lo fece divinizzare.