Michel Ney, duca di Elchingen e principe della Moscova, nacque a Sarrelouis il 10 gennaio 1769 da Pierre Ney, mastro bottaio che prese parte alla guerra dei sette anni, il conflitto che scoppiò nel 1756 e che coinvolse le maggiori potenze europee dell’epoca. Studiò in un collegio locale, lavorò come impiegato e poi come sovrintendente di miniere, ma a a cambiare la sua vita fu la decisione di arruolarsi come volontario il 12 febbraio 1787.
Nel 1791 Michel Ney divenne caporale addetto agli approvvigionamenti e l’anno successivo divenne sergente maggiore di reggimento. La carriera militare sembrava perfetta per lui che era un combattente nato e che negli anni delle guerre rivoluzionarie si distinse proprio grazie alla grande capacità tattica. Nel 1801 entrò a far parte della Massoneria e nel 1802 sposò la figlia di un alto funzionario alla corte di Luigi XVI e futura ancella dell’Imperatrice.
Napoleone decise di nominarlo Maresciallo dell’Impero e di metterlo al comando del VI corpo della Grande Armata e lui risultò protagonista nella battaglia di Ulma e nella battaglia di Elchingen. Nella seconda, il suo intervento portò Napoleone al successo e come premio l’Imperatore lo nominò duca di Elchingen. Un intervento avventato fu quello nella battaglia di Jena: Michel Ney, impaziente, attaccò gli avversari ma fu necessario l’intervento dei marescialli Lannes e Augereau per non andare incontro a una disfatta. Per scusarsi con Napoleone conquistò due città importanti strategicamente, Erfurt e Magdeburgo.
Fu grazie alla battaglia di Eylau che rientrò nelle grazie del proprio Imperatore. Nel 1808 partì alla volta della Spagna e, oltre alle vittorie, mise in mostra il suo lato indisciplinato e permaloso, tanto che a causa di diverse discussioni con i colleghi fu esonerato e messo al comando dei quartieri di Boulogne. Tornò attivo nel 1812 per la campagna di Russia, della quale divenne uno dei protagonisti. Durante la ritirata, infatti, fu fondamentale la sua intelligenza tattica.
Continuò a dare il proprio contributo, ma dopo essere stato ferito venne mandato in licenza e tornò in tempo per partecipare alla campagna di Francia. In quell’occasione fu lui stesso a chiedere a Napoleone di abdicare. Successivamente riorganizzò la cavalleria e divenne membro del Consiglio di Guerra e comandante della cavalleria stessa. Tornò al fianco di Napoleone nei cosiddetti Cento Giorni e partecipò alla disfatta di Waterloo. Tornò così in Francia e al rientro del re fu arrestato per alto tradimento, processato e condannato a morte. Il 7 dicembre 1815 fu ucciso da 11 pallottole.
Si aprì un giallo sulla sua morte: nel 1818 Peter Stuart Ney sbarcò negli Stati Uniti e lui stesso dichiarò di essere il Maresciallo. Sulla sua tomba la scritta “Nato in Francia e soldato della Rivoluzione Francese sotto Napoleone Bonaparte“.