Pioli e Garcia non sono mai stati tanto vicini come oggi. Ma dall’essere eroi al processo mediatico dovuto alle troppe battute d’arresto il passo è breve
A maggio erano due eroi. Pioli lo è stato grazie alla vittoria sofferta al San Paolo che ha significato preliminare di Champions League per la Lazio. Ma dai quattro gol fatti ai cinque subiti a settembre, sempre al San Paolo, il passo è stato fin troppo breve. E già lì i tifosi non si sono risparmiati, definendo la squadra indegna.
A Garcia non gliene fanno passare una dallo scorso aprile, quando anche il secondo posto non era più una certezza. I troppi pareggi hanno rischiato di compromettere la qualificazione diretta in Champions, ma la vittoria del derby arrivata il 25 maggio scorso sembrava aver fatto riscoppiare quell’amore che sembrava inesorabilmente finito tra lui e la gente. Ma si è trattato di un attimo di gloria e lui, Garcia, è tornato immediatamente ad essere il responsabile di tutti i deficit della squadra allenata.
Lazio e Roma non vincono più e i due allenatori, Pioli e Garcia, sono sempre più soli. I biancocelesti, la grande sorpresa dello scorso campionato, sono in caduta libera e non da poco. È la storia che si ripete, un anno da “grande” e poi il vuoto cosmico. Manca sempre quel salto di qualità tanto richiesto dall’ambiente, ma non basta più come alibi perché Pioli era ben consapevole della squadra a disposizione e già nella precedente stagione, anche se poco sottolineati, gli errori del mister si sono palesati. La Lazio, classificatasi terza a quota 69 punti, ha perso ben 11 partite e non ha mai portato a casa i 3 punti negli scontri diretti con le grandi squadre. Tanti, troppi forse, i passi falsi e gli appuntamenti importanti falliti ad eccezione dell’ultima partita contro il Napoli, quella in cui la squadra partenopea si è suicidata perdendo una partita che aveva ripreso in pugno dopo un primo tempo da incubo. I pareggi contro Inter e Roma, quelli datati dicembre 2014 e gennaio 2015, sono stati un primo campanello d’allarme per gli scettici che hanno visto l’allenatore incapace di far restare concentrata la squadra (entrambe le partite erano condotte 2-0 dalla Lazio) e incapace di dare la svolta alle partite con cambi decisivi. Ma a maggio la classifica ha dato ragione alla società e a Pioli, paragonato da tanti a Maestrelli, l’allenatore che ha fatto la storia della società, e la gente era carica e fiduciosa e già nella sfida di Shanghai contro la Juve si aspettava ben altro spettacolo. Mai pensiero è stato tanto sbagliato dato che da agosto ad oggi è un susseguirsi di sconfitte (rovinose e non). La Lazio non sa più vincere, le sconfitte in campionato salgono a quota 8 dopo il 2-0 targato Dybala nell’anticipo di venerdì sera contro la Vecchia Signora. C’è chi scrive e parla di una Lazio che nelle ultime uscite ha provato a rimettersi in carreggiata, ma nel calcio conta buttarla dentro e anche in questo caso i numeri sono impietosi dato i biancocelesti faticano anche a creare occasioni da gol.
Non se la passa meglio Garcia. In tanti a Roma, sponda giallorossa, vorrebbero la sua testa e c”è chi spera in un ko contro il Bate Borisov perché potrebbe significare esonero. Appena arrivato nella Capitale il francese ha conquistato tutti e ha fatto sognare i tifosi dopo anni passati nell’anonimato. Alla prima stagione ha riportato la Roma tra le grandi: 10 vittorie consecutive, bel gioco e secondo posto a fine stagione. Ma ben presto la sua Roma si è smarrita e quel bel gioco è andato perduto. La sua seconda stagione è stata travagliata ma, nonostante i 7 gol incassati dal Bayern, l’ambiente sembrava compatto. Persi tanti punti a causa dei pareggi arrivati nel 2015, la tifoseria ha cominciato a rumoreggiare e lui è stato il primo a finire sotto processo. A fine stagione non pochi speravano nel suo addio, ma l’inizio dell’attuale campionato e il cammino disastroso della Juve avevano fatto ben sperare. Anche in questo caso la gente si è ricreduta e il 6-1 contro il Barcellona ha segnato un punto di rottura. Se, infatti, contro il Bayern i tifosi hanno comunque incitato la squadra, contro i blaugrana è emersa la frattura. E da quel ko la Roma non vince più. Senza contare che la squadra scende in campo priva di idee e con un gioco praticamente inesistente. Per i giallorossi sono arrivate due pareggi e una sconfitta, ma la protesta della gente ormai è esplosa e non sembra voler rientrare a breve.
Pioli e Garcia, dunque, non sono mai stati così vicini come ora. Entrambi rischiano di non arrivare a fine stagione. Non sono più ammessi errori né in casa Lazio né in casa Roma. È vero, allenare le due romane non è un compito semplice. “Le tifoserie vogliono tutto e subito“, hanno detto tanti di quegli allenatori che in passato hanno occupato le panchine dove ora siedono i due allenatori in crisi. Non che siano abituate a vincere ogni anno, ma vedere certe partite fa accapponare la pelle e allora si chiede rispetto per le maglie che vengono indossate per 90 minuti nel rettangolo di gioco. Una sola certezza quella che hanno Pioli e Garcia: è finito il tempo delle attese. Una sola la possibilità che hanno a disposizione: vincere e far risalire le squadre.
Lazio: Pioli, Garcia e quel destino comune: da eroi al rischio esonero - Sport Go
7 Dicembre 2015 @ 12:31
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