Poche idee all’Olimpico, Matri la sblocca e poi all’ultimo la Sampdoria riacciuffa il risultato
All’Olimpico va in scena il posticipo tra Lazio e Sampdoria, due squadre che hanno bisogno di fare risultat oda subito dato che occupano rispettivamente il decimo e il dodicesimo posto (Lazio 19 e Samp 16 punti). La Lazio non vince in campionato da oltre un mese ed è arrivata a quota otto sconfitte, ma Pioli resta in panchina – anche se con qualche spettro -, mentre nella Samp l’arrivo di Montella ancora non ha portato i risultati sperati. Il mister emiliano deve fare a meno di Basta, sostituito da Konko, e si affida al 4-3-2-1 con Candreva e Djordjevic alle spalle di Klose e Montella risponde schierando Cassano falso nueve con Carbonero e Christodolopulos.
La partita è tutt’altro che divertente e il ritmo stenta ad alzarsi, ma uno dei giocatori più propositivi è Candreva, che al 9′ mette in mezzo un cross pericoloso dalla sinistra sul quale Klose si avventa senza, però, centrare lo specchio della porta. Le difficoltà delle squadre sono palesi, entrambe non riescono ad avere una manovra di gioco coinvolgente e pericolosa, i minuti passano e mancano vere occasioni da gol, probabilmente anche a causa del timore di passare in svantaggio, e i giocatori fanno poco movimento senza il pallone tra i piedi. Nonostante tutto, al 17′ Parolo prova la botta dalla distanza e guadagna un calcio d’angolo a causa della deviazione avversaria. Ma la Lazio ci prova senza un ordine ben preciso e la ghiotta occasione da gol della Samp impaurisce i giocatori di Pioli. Alla mezz’ora, infatti, la Samp parte in contropiede e De Silvestri si ritrova in area, ma non tira, decide di mettere il pallone in mezzo e il suo pallone risulta troppo lungo per il compagno di squadra. L’azione non finisce, alla fine gli ospiti riescono a tirare e a far prendere un bello spavento all’intero stadio. Da quel momento gioco molto spezzato e senza nessuna occasione. Al termine del primo tempo, dopo i cori di incitamento, lo stadio fischia.
Al rientro Pioli cambia Cataldi con Felipe Anderson, ma lo schema della partita non cambia. Il ritmo continua ad essere basso, lo spettacolo praticamente inesistente e le uniche volte in cui la Lazio tira, lo fa grazie a dei calci di punizione battuti da Candreva e che finiscono alle stelle. Il primo guizzo è di Muriel, subentrato a Cassano, che al 28′ si lancia in velocità e arriva al tiro, ma il pallone finisce fuori di un metro. Poche idee in campo e la sfida sembra destinata a finire a reti inviolate, ma a sbloccarla ci pensa Matri, subentrato a Miro Klose, che al 78′ incorna il pallone crossato da Radu e sorprende Viviano, costretto a guardare la sfera mentre colpisce il palo ed entra in rete. Proprio il gol causa l’infortunio di Marchetti, che per esultare scatta e poi chiede il cambio a causa di un problema muscolare. Ma nel finale la Lazio roschia, sopratutto nel recupero quando il contropiede della Samp costringe Berisha al fallo da ammonizione fuori area (giusto non espellerlo. E proprio su quel calcio di punizione la deviazione di Felipe Anderson porta al pareggio della Sampdoria.
LAZIO (4-3-2-1) – Marchetti (Berisha 82′); Konko, Hoedt, Gentiletti, Radu; Cataldi (Felipe Anderson), Biglia, Parolo; Candreva, Djordjevic; Klose (Matri 61′). All.: Pioli. A disp.: Berisha, Guerrieri, Braafheid, Prce, Patric, Onazi, Felipe Anderson, Oikonomidis, Morrison, Milinkovic, Mauri, Matri.
SAMPDORIA (4-3-3) – Viviano; De Silvestri, Moisander, Zukanovic, Regini; Fernando, Barreto (Ivan 66′), Soriano; Carbonero, Cassano (Muriel 70′), Christodolopulos (Bonazzoli 84′). All.: Montella. A disp.: Puggioni, Cassani, Coda, Rodriguez, Correa, Pereira, Palombo, Ivan, Rocca, Bonazzoli, Muriel.
ARBITRO: Calvarese (sezione di Teramo)
AMMONITI: Zukanovic (S), Gentiletti (L), Soriano (S), Cassano (S), Carbonero (S), Berisha (L)