Trilussa, all’anagrafe Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri, è stato un poeta, scrittore e giornalista nato a Roma il 26 ottobre 1871 e morto nella stessa città il 21 dicembre 1950. Il padre era un cameriere di Albano Laziale e la madre una sarta bolognese. A un anno dalla sua nascita morì la sorella Elisabetta, che aveva appena tre anni e due anni dopo fu la volta del padre. Fu allora che la madre, Carlotta Poldi, decise di trasferirsi in via Ripetta per poi traslocare nel palazzo del marchese Ermenegildo Del Cinque, grazie al quale Trilussa riuscì a fare la conoscenza di Filippo Chiappini, un poeta romanesco.
Gli studi furono travagliati per lui e, infatti, prima fu costretto a ripetere la seconda classe e in seguito, a causa dello scarso impegno, dovette ripetere anche il terzo. Da qui la decisione di interrompere gli studi. A 16 anni chiese la pubblicazione di un suo sonetto e Zanazzo, direttore del Rugantino, si dimostrò subito ben disposto. Fu con la pubblicazione di questo componimento che iniziò ad usare lo pseudonimo Trilussa.
E grazie a “Stelle de Roma”, poesie dedicate alle donne romane, la sua popolarità crebbe, ma non tutti vedevano di buon occhio le sue poesie e ben presto per Trilussa arrivarono critiche relativi ai temi da lui trattati e a causa del romanesco utilizzato. Dopo aver pubblicato Stelle de Roma. Versi romaneschi, collaborò sempre meno con il Rugantino.
A quel punto lavorò per varie redazioni e pubblicò “Er Mago de Bborgo. Lunario pe’ ‘r 1891”. Quello stesso anno iniziò a scrivere per il Don Chisciotte della Mancia, poi trasformato in “Il Don Chisciotte di Roma”. In quel periodo Trilussa lavorò anche alla pubblicazione del suo secondo volume di poesie.
Verso la fine dell’Ottocento cominciò a scrivere alcune favole e sul Don Chisciotte ne vennero pubblicate 12. Nel 1898 pubblicò “Altri sonetti. Preceduti da una lettera di Isacco di David Spizzichino, strozzino”. La dedica del titolo rimanda a un usuraio al quale si rivolse a causa di alcuni problemi economici. Quest’uomo , infatti, gli concesse un prestito e per via del ritardo della consegna della sua raccolta Trilussa si ritrovò ad essere minacciato. Lo stesso anno si trasferì a Berlino insieme a Leopoldo Fregoli.
Con l’ascesa di Mussolini decise di non iscriversi al Partito Fascista e a partire dal 1922 pubblicò le sue raccolte su Epoca e poi entrò anche a far parte dell’Arcadia. Qualche settimana prima della sua morte fu nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Il 21 dicembre 1950, all’età di 79 anni, morì. Dopo il funerale fu sepolto nel Cimitero del Verano e un anno dopo uscì la raccolta “Tutte le poesie”, a cura di Pietro Pancrazi.
Trilussa è stato in grado di raccontare cinquant’anni di cronaca: dalla corruzione politica al fanatismo dei gerarchi, fino ad arrivare agli affari loschi degli uomini di potere. A Roma Trilussa ha avuto grande successo e le sue opere state celebrate continuamente.
