Il Campidoglio chiarisce: “Qualsiasi cambiamento nel settore educativo-scolastico (asili nido e scuole dell’infanzia) non potrà avvenire se non in modo condiviso”
Si è scatenata la protesta a causa della possibilità di privatizzare gli asili della Capitale. Sembra, infatti, che per motivi di bilancio sia pronta la concessione di 17 spazi a terzi. Il mondo politico e sindacati hanno subito protestato e c’è chi come Carlo Rienzi, presidente dell’associazione Codacons, ha affermato quanto segue: “Non è opportuno parlare di privatizzazione”.
Dopo le tante voci che si sono susseguite è stato lo stesso Campidoglio a intervenire per fare chiarezza:
“Qualsiasi cambiamento nel settore educativo-scolastico (asili nido e scuole dell’infanzia) non potrà avvenire se non in modo condiviso con tutte le parti interessate. Le ipotesi di determinazioni relative ai nidi e alle scuole dell’infanzia richiamate nel DUP (Documento Unico di Programmazione), approvato dal Commissario Straordinario di Roma Capitale lo scorso 24 dicembre, sono coerenti con il percorso tracciato dalla precedente Amministrazione, nonché con il Piano di Rientro che aveva già prescritto un programma di ristrutturazione della spesa nel settore dei nidi per un importo pari a 10 milioni di euro l’anno, da reinvestirsi per incrementare l’offerta dei posti, nonché la qualità del servizio.
Giova segnalare che il documento, relativo al triennio 2016-2018, delinea scenari ipotetici da valutare in sede di redazione del bilancio di previsione – a partire dall’attuale situazione articolata in 209 nidi a gestione diretta pubblica e solo 7 strutture in concessione – e trae origine, da un lato, dalla considerazione dei significativi minori costi imputabili alla gestione in concessione rispetto a quella diretta, dall’altro, dalla possibilità di ampliare i posti disponibili per l’utenza, riducendo le liste di attesa”.