È passato un anno dalla morte di Pino Daniele, il cantautore napoletano che ha saputo raccontare la sua città attraverso le proprie canzoni e che si è fatto amare dalla gente. È stato uno dei personaggi di spicco della musica italiana, un innovatore, ed è stato in grado mescolare la musica napoletana al blues.
La vita privata – Pino Daniele nacque a Napoli in una famiglia tutt’altro che benestante. La passione per la musica venne fuori quando lui era ancora un bambino e allora imparò, da autodidatta, a suonare la chitarra, ma nel frattempo portò avanti gli studi e si diplomò in ragioneria presso l’Istituto Armando Diaz.
Dopo il matrimonio finito con Dorina Gingrande (corista negli album Terra mia e Un uomo in blues), dalla quale ebbe due figli, un maschio e una femmina, sposò Fabiola Sciabbarrasi, dalla quale ebbe tre figli, due femmine e un maschio, ma anche con lei la relazione, dopo vent’anni, è arrivata a conclusione e lui ha iniziayo un’altra storia con Amanda Bonini.
La carriera – Entrò a far parte del gruppo “New Jet” fondato da un suo compagno di classe e in seguito fondò un altro gruppo, il “Batracmiomachia”. Collaborò con Jenny Sorrenti e Gianni Nazzaro e poi accompagnò in tour Bobby Solo. Nel 1976 entrò a far parte dei “Napoli Centrale” ed ebbe modo di fare la conoscenza di diversi strumentisti, tra i quali James Senese, che diventò una figura importante per la crescita artistica di Pino Daniele. Quell’anno fu anche notato da Claudio Poggi, un produttore che decise di seguirlo disco graficamente. Uscì così il suo 45 giri, al quale fece seguito “Terra mia”, album contenente diversi brani di spicco, come Terra mia, ‘Na tazzulella ‘e cafè e, su tutte, Napule è, la canzone simbolo del cantautore e della città. Alla fine degli anni Settanta pubblicò anche “Pino Daniele”, album in cui si avvicinò al blues.
Gli anni Ottanta furono quelli della consacrazione e, infatti, iniziarono con l’apertura del concerto di Bob Marley a San Siro e con la pubblicazione dell’album “Nero a metà”, considerato uno dei più belli pubblicati in Italia. Si esibì davanti a 200mila persone in piazza del Plebiscito e pubblicò il quarto album, “Vai mo”, in cui i richiami blues divennero sempre più evidenti. Uscirono “Bella ‘mbriana” e “Common Gound”, poi, nel 1984, aprì l’esibizione di Carlos Santana e Bob Dylan e incise “Musicante”. Dopo l’album live, toccò a “Bonne soirée”, il disco più internazionale e che segnò quasi una rottura con il passato, e a “Schizzechea with Love”. Partì il tour in giro per l’Europa e chiuse il decennio con l’uscita di “Mascalzone latino”.
All’inizio degli anni Novanta ridusse la mole di lavoro a causa di problemi di salute, ma tornò sulla scena con “Un uomo in blues”. Tra le sue poche apparizioni è da ricordare quella del 1992 in cui partecipò al programma Alta classe insieme a Massimo Troisi, del quale era grande amico. Bisognò aspettare il 1993 per rivedere Pino Daniele esibirsi regolarmente sul palco. E quell’anno uscì anche “Che Dio ti benedica”, dodicesimo album del cantautore. L’anno successivo prese parte a una tournée insieme a Eros Ramazzotti e Jovanotti e proseguì nel 1994 con un altro tour, ma stavolta insieme a Pat Metheny. Con “Non calpestare i fiori nel deserto” (1995) si avvicinò di più al pop riuscì a raggiungere la consacrazione commerciale dato che fu uno dei cd più venduti dell’anno. Poi uscirono “Dimmi cosa succede sulla terra”, album del 1997 al quale assegnarono dieci dischi di platino, e “Come un gelato all’equatore”.
Nel 2001 uscì “Medina”, cd in cui si fecero più evidenti le contaminazioni nordafricane e poi fu la volta di “Passi d’autore”, “Iguana cafè” e “Il mio nome è Pino Daniele”. Nel 2008 pubblicò il triplo album “Ricomincio da 30”, chiaro omaggio all’amico Troisi, contenente 41 brani storici e 4 inediti. E quell’album vide anche il ritorno della formazione storica con la quale non collaborava dal 1981 (Tullio De Piscopo, James Senese, Tony Esposito, Joe Amoruso e Rino Zurzolo). Continuò a pubblicare cd, si esibì per la prima voltà all’Apollo Theater di New York, partecipò a un festival organizzato da Eric Clapton e si esibì dal vivo fino al 31 dicembre 2014. È a Courmayeur che si tenne l’ultima esibizione di Pino Daniele.
La morte – Pino Daniele si trovava in Toscana quando il 4 gennaio 2015 è stato colpito da un attacco cardiaco. Immediata la partenza per Roma, destinazione Sant’Eugenio, ma i tentativi di rianimazione sono stati inutili e in tarda serata è stato dichiarato deceduto. Una notizia che ha lasciato attonita Napoli, che il 6 gennaio ha reso omaggio all’artista. Il 7 gennaio i funerali: prima al Santuario della Madonna del Divino Amore a Roma e poi in piazza del Plebiscito, dove il Cardinale di Napoli Sepe ha officiato la cerimonia all’aperto.