Come riportato su Il Messaggero, è stata accusata di abuso d’ufficio una vigilessa del XIII gruppo Aurelio della Polizia municipale ed è ora a processo davanti alla II sezione penale collegiale del Tribunale di Roma.
Riusciva ad annullare le multe automobilistiche di amici e familiari tenendo fermi nel cassetto i relativi ricorsi, impedendo al prefetto di rispondere entro i limiti stabiliti dal codice della strada. Tra i beneficiari anche il figlio della stessa vigilessa. Il caso era già emerso nell’ottobre 2013, dei colleghi quando la donna era in ferie, cercando delle pratiche, trovarono invece i ricorsi di multe scaduti, 29 in tutto.
Secondo la legge, un automobilista che ha preso una multa che ritiene non valida può inviare ricorso alla Prefettura, che ha 60 giorni per rispondere, passati i quali si intende il ricorso accolto e quindi la multa annullata. Quando il ricorso è inviato al Comando della polizia municipale, spetta a loro trasmetterlo.