Scoppia un nuovo caso a Roma e a dare il via alle polemiche è Il Messaggero, che in un articolo intitolato “Caso Acea, la Raggi parla e i romani perdono 71 milioni“, attacca duramente Virginia Raggi, rea di aver affermato – durante un’intervista rilasciata a Sky Tg24 – di voler cambiare il management dell’azienda. Dopo le sue parole, infatti, Acea ha perso il 4,73% in borsa ovvero 71 milioni che erano del Campidoglio visto che gli analisti Equita hanno affermato alto il rischio di elezioni e hanno deciso di ridurre il consiglio da “buy” a “hold”.
La testata definisce la sua affermazione tanto inesperta quanto distruttiva perché subito dopo i mercati hanno reagito negativamente. Ma non finisce qui perché la candidata sindaco – secondo il giornale – con questa frase ha probabilmente fatto cambiare idea anche a chi inizialmente si è fatto ammaliare dal suo volto e dalle sue parole. Il succo è semplice e chiarito alla fine del pezzo: fa danni ora che è solo una dei candidati, figuriamoci cosa succederà in caso di una sua vittoria.
GLI ATTACCHI – Alla critiche si sono accodati in tanti, dal PD (tutto compatto in questo caso), con Giachetti che ha parlato di “dilettanti allo sbaraglio” e Orfini che ha parlato di “pericolo pubblico a 5 stelle“, ad Altra Destra, con Sveva Belviso che ha definito quanto detto dall’avversaria “irresponsabile e superficiale“.
LA RISPOSTA – Ma la diretta interessata non ha subito il colpo e ha prontamente risposto: “Un farneticante resoconto, senza capo né coda, commissionato sappiamo benissimo da chi, ovvero da Caltagirone“.
Perché Caltagirone? Il motivo è semplice: gli attacchi così taglienti arrivano da un quotidiano di cui l’imprenditore e costruttore edile è editore. E non finisce qui perché lui è anche azionista di minoranza della stessa Acea. Per questi motivi la Raggi ha continuato affermando che “questo è il primo assaggio di quel che ci aspetterà semmai dovessimo salire al governo della Capitale, ma noi non arretriamo di un centimetro. Del resto, quando pesti i piedi ai poteri forti loro si ribellano e il caso Acea è emblematico (Orfini, poi, ha ribadito che è vero: il PD sta con i poteri forti, cioè i romani, ndr). Perché ho annunciato di voler cambiare il management? Perché il cda, che coordina gli affari privati della multi-servizi, è composto da un’accozzaglia di nomi in gran parte scelti proprio da Caltagirone con il lasciapassare del suo caro amico Matteo Renzi. La verità è che finora il management di Acea guidato da Caltagirone con la compiacenza della vecchia politica (primo su tutti il Pd) a noi romani ci ha usato come un gigantesco bancomat su cui mettere a punto i suoi profitti. Per questi signori non siamo esseri umani ma solo numeri e matrici e se pensano di intimorirci con una paginetta su un giornale si sbagliano di grosso”.
Due le cose certe: Acea subisce le influenze politiche (lo stesso ex sindaco Marino aveva avuto non pochi contrasti con Caltagirone e il tutto si era, in parte, risolto con la nomina di Irace) e un’elezione della Raggi potrebbe causare non pochi problemi alla multiutility italiana.
Il PD (e non solo) non ha perso occasione e ha attaccato imputando a lei la perdita di denaro: per paura o perché quello della pentastellata è un disastro annunciato? L’impressione è che sia stata colta al volo l’occasione per gettare fango su quella che ad oggi è data per favorita nella corsa al Campidoglio per voler innescare un senso di timore in tutti quei cittadini che presto andranno al voto. L’equazione è semplice: Raggi-inesperienza-incapacità di governare. Il partito di Renzi sembra scegliere di voler conquistare voti portando avanti la lotta contro il M5S e lo stesso Giachetti ha accettato la strategia.