Claudio Lotito è stato ospite dell’Open Day che si è tenuto all’Università Europea Pontificia di Roma nel pomeriggio e ha toccato diversi temi. Il presidente della Lazio è sicuro di essere stato un bene per il calcio italiano perché “ho cercato di mettere dei paletti con diritti e doveri” e proprio per questo ritiene di essere un esempio per tutti. E le contestazione? Non sono altro che una conseguenza del suo agire per il bene del sistema calcistico nazionale.
SUL RAPPORTO GIOCATORI-TIFOSI – “Ai tempi del presidente Sergio Cragnotti i tifosi hanno avuto un forte peso interlocutorio con la società. Erano intesi come appassionati deformati, facevano pressioni su chi doveva essere ceduto o acquistato. I club erano tenuti in scacco dalla tifoseria che per anni hanno avuto anche il sostegno della stessa con aumenti di capitale. Oggi i ruoli si sono invertiti, i giocatori non possono neanche più andare sotto la curva pena una multa di 40 mila euro”.
SULLE BARRIERE – “La Curva dall’Olimpico è molto numerosa rispetto a quella delle altre città e merita una gestione diversa. Sono state fatte delle scelte legate esclusivamente alla tutela della sicurezza. Quello è luogo di tutti quelli che vogliono accedere e non è patrimonio esclusivo di nessuno. Se noi come società ci fossimo opposti il Prefetto avrebbe decretato la chiusura dello stadio. Per questa scelta sono obbligato a prenderne atto proprio perché ci sono stati dei comportamenti che sono stati sottoposti ad autorità giudiziaria. Sono decisioni che magari si possono non condividere ma che bisogna rispettare. Tra l’altro il Comitato Provinciale della Sicurezza ha dimostrato come nelle curve ci sia spaccio e prostituzione. Non lo dico io, ma le istituzioni”.
SUGLI STADI DI PROPRIETÀ – Lotito non poteva non parlare degli stadi di proprietà. A Roma l’argomento tiene banco per via del progetto giallorosso, ma questo non impedisce al patron biancoceleste di dire come vorrebbe uno stadio:
“Sarebbe bello vivere in un villaggio sportivo 365 giorni l’anno. Lo stadio non sarebbe più un teatro di conquista ma un qualcosa che lo stesso tifoso vorrebbe tutelare. Il singolo stadio non ti fa fare il grande salto di qualità. Il salto lo fai con l’opportunità immobiliare annessa allo stadio”.