Era il 17 aprile 1865 quando Mary Surratt, al secolo Mary Elizabeth Jenkins Surratt, fu arrestata in quanto complice dell’omicidio del presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln.
A progettare l’omicidio, il primo che colpì i presidenti statunitensi, fu John Wilkes Booth, un simpatizzante della Confederazione, che si fece aiutare da Samuel Arnold, George Atzerodt, David Herold, Michael O’Laughlen, Lewis Powell, John Surratt e Mary Surratt. Il piano iniziale prevedeva il rapimento del politico, ma quando quest’ultimo affermò di voler affrancare gli schiavi il piano cambiò e si decise di eliminarlo.
A incastrare Mary Surratt furono le parole di un suo vicino che disse alla polizia di aver sentito parlare di Booth da parte di tre uomini che si trovano nei pressi della pensione della donna proprio la notte in cui il presidente fu colpito. A quel punto partì l’ordine di arrestare i presenti nell’abitazione anche se lei si disse estranea ai fatti.
Mary Surratt venne condotta all’Old Capitol Prison di Washington e in seguito al Washington Arsenal e in seguito fu processata e condannata a morte a causa delle prove della sua complicità.