Sabatini non ha dubbi e ammette candidamente che il lavoro svolto da Spalletti è incredibile e che la media punti dice che la sua Roma avrebbe potuto ottenere risultati migliori, ma non avrebbe lottato per lo scudetto. Ma il DS non ha rimpianti per non averlo chiamato prima e il motivo è semplice: bisognava proteggere Garcia, mister che ha fatto risorgere la Roma dopo la botta della Coppa Italia persa, l’ha resa protagonista in Serie A e l’ha riportata in Champions League
“Spalletti ha fatto risultati incredibili – ha detto a Mediaset Premium -. La sua media punti con la Roma è nettamente da scudetto: Luciano è, infatti, un grandissimo allenatore e sono davvero sbalordito per quello che è riuscito a fare con questo gruppo”.
SULL’AVER ASPETTATO GENNAIO – “Lo sapete meglio di me che i tempi e i modi del calcio non sono sempre prevedibili: è ovvio che, visto il suo percorso, la domanda è legittima. Ma io dico anche che quest’anno la Juventus ha fatto uno strappo con quella serie di vittorie che non è replicabile: 24 successi su 25 gare è veramente una cosa non immaginabile. Spalletti è arrivato quando doveva arrivare, ma non credo che, nonostante lui abbia ottenuto risultati incredibili, la Roma ce l’avrebbe fatta per lo scudetto. Avremmo potuto essere più competitivi, questo sicuro. Spalletti sta facendo benissimo, ma dico anche che era doveroso proteggere fino in fondo Garcia, visto che ha fatto 155 punti in due anni con questo club”.
SUL MOTIVO CHE HA PORTATO A SCEGLIERE SPALLETTI – “Perché è un grandissimo allenatore, è una persona serissima, che sa lavorare dentro il campo e sa sfruttare i suoi collaboratori: è un allenatore di grandissimo profilo. Io sono davvero sbalordito per quello che è riuscito a fare con questo gruppo. Come in tutte le squadre, se non hai un uomo che conduce il gruppo, non bastano i grandi giocatori per fare bene. Spalletti anche dal punto di vista didattico è al top”.
SULL’ACQUISTO DI PJANIC – “Mi ricordo molto bene quel giorno: erano i primi tempi della nuova Roma, eravamo io Fenucci e Tempestilli in una stanza dell’Ata Hotel di Milano. Miralem doveva fare le visite, abbiamo noleggiato un aereo privato per portarlo a Roma, quando non c’era ancora nemmeno l’accordo col procuratore. Sono particolarmente orgoglioso di Pjanic, visto che è un calciatore di alto livello, che risolve le situazioni. Lui è giustamente visto come un ‘principe’ del calcio, ma quando si va a controllare quanto corre a partita, vediamo che accumula metri come un mediano: lui ha una corsa qualitativa. Ha 26 anni e ora ha la Roma sulle spalle: Pjanic sta arrivando alla sua piena maturità”.
SU TOTTI – “Lui il sole che tramonta sui tetti di Roma? è una frase ancora attuale a distanza di cinque anni. Chi vive a Roma si accorge che la luce indugia a lungo sui tetti e quindi dissi che Totti era la luce sui tetti perché non si spegneva mai. Questa frase la dissi cinque anni fa, ma ancora è valida, lui non si è spento. Il punto di domanda su Totti è: ‘Vuoi finire quando sei ancora al massimo livello o quando non ce la fai più?’. Lui pensa di poter ancora giocare, ha questa voglia”.