Il pareggio di domenica non ha soddisfatto Spalletti e non potrebbe essere altrimenti dato che la Roma ha buttato al vento il doppio vantaggio e poi si è ritrovata a dover recuperare lo svantaggio nel finale del secondo tempo. Contro il Torino dovrà esserci una reazione e i giocatori dovranno dimostrare quella concentrazione che è mancata contro l’Atalanta.
“Lobont out, ieri ha subito una botta al gomito destro. Gyomber rientra in gruppo. Digne rientra in gruppo. Pjanic va valutato oggi, ha un piccolo affaticamento, ma la valutazione la facciamo nel gruppo sia per lui che per Digne. Ieri le sensazioni sono stati buone, ma oggi va valutato in gruppo“.
SUI DUE PAREGGI – “Come li spiego? A volte momenti in cui non gira tutto possono succedere. Chiaro che la squadra bisogna che abbia ricerche continue, che cerci di controllare sempre la partita perché nel duello perdiamo un po’ le caratteristiche. Ci vorrebbe il premio quando fai girare bene la palla. Se non riesci a fare gol gli altri si chiudono , partita diventa più fisica e noi perdiamo qualcosa in questo, mi riferisco al Bologna. Contro l’Atalanta ho scelto una squadra un po’ più fisica perché sa andare sulla riconquista di palla e di portare a casa le situazioni incerte. Poi hanno ripartenza e contropiede e non siamo riusciti a sfruttare i ragionamenti fatti nelle due partite. Mi aspettavo un po’ più di esperienza nella gestione della partita e, invece, il risultato non mi ha dato ragione. Ma non credo ci siano delle scorie che ci portiamo nella prossima partita perché ci sono cose negative ma anche positive delle due gare“.
SULLO STATO DI FORMA – “Non ho visto la squadra in difficoltà da punto di vista fisico, ma per quanto riguarda l’equilibrio sì“.
SUL TORINO – “Se non siamo bravi col Torino corriamo lo stesso rischio. Sanno compattarsi bene in difesa ripartendo benissimo, riconoscendo la palla giocata in verticale sulle punte. Giocano a memoria lì davanti. Ventura lo conosco bene, è un maestro di calcio oltre a essere una persona eccezionale. Lui sa dare l’impronta del suo stile nelle sue squadre. Il fatto che sia in un grandissimo club come il Toro evidenzia che sa lavorare e convincere con il lavoro sul campo. A questo dobbiamo fare attenzione”.
SULLA VICENDA SPALLETTI-TOTTI – “Motivi di distrazione sono quelli che succedono negli spogliatoi. Questo non è così. Dal punto di vista nostro è tutto a posto, lavoriamo in funzione del Torino e già ieri abbiamo messo a fuoco. Io debbo intervenire su quelle che sono le regole e la moderazione che debbo usare per quanto riguarda i messaggi forti che vengono dati verso la squadra, ma è tutto a posto“.
SU KEITA – “25 punti su 27 con lui? Debbo moderare i messaggi che arrivano alla squadra. Non è vero che con Keita si rende di più. Una squadra non dipende da un giocatore. Quelli che sono i risultati di una squadra non dipendono da un solo giocatore e qui posso rifarmi alla questione Totti. Il pareggio non l’ha fatto lui e non è vero che senza Keita non avremmo fatto risultato. Ci sono altri giocatori che sanno giocare come Seydou, ci sono giocatori che possono fare il gol di Totti. Ci sono contrasti, palle riconquistate, scivolate, e poi il gol di Totti. Ma c’è anche altro“.
SULLE DICHIARAZIONI DI TOTTI SABATINI – “Nervosismo? Può succedere. Sono tutte persone importanti. Nell’intervenire si commettono degli errori, si fanno delle scelte sbagliate per obiettivo o tempistica, ma il giorno dopo ci si accorge con più facilità delle cose avvenute. Ci sono le regole e si pensa alle vittorie della Roma“.
SU TOTTI – “Si parla solo di lui perché ha fatto la storia della Roma. Io cerco di trovare altri cinque Totti perché servono per avere una squadra più forte Quando mi chiedi a chi mi riferisco è un discorso che riguarda lo spogliatoio e lì resta. A cosa mi riferisco quando dico che i giocatori disperdono attenzioni? Alla testa. Lì bisogna avere poche cose. Abbiamo 24 ore, devi dormire 7-8 di quelle ore, passarne altre in allenamento e poi avere attenzioni. Altrimenti le fette diventano più strette”.
SULL’AMBIENTE – “Io non ho parlato di ambiente. Io ho detto che qualcuno contrappone Dzeko a Totti, ma l’ambiente è sempre eccezionale. Mi trovo bene nel mio ambiente. Ho tentato di organizzare meglio e se è venuto fuori un problema devo organizzare meglio quello che questo ambiente eccezionale mi mette a disposizione“.
SULLA PRECEDENTE ERA – “Diverso scrivere ‘Totti salva la Roma’ da ‘Totti è la Roma’. Io devo trovare altri Totti perché non è quello di prima, è un po’ differente e io devo trovarne altri come lui. Per farlo devo moderare i messaggi che arrivano alla squadra. Si scrive di lui anche quando non gioca, scriviamo anche di altri. Lui è forte a prescindere e non ha bisogno del confronto con Dzeko. Faccio l’allenatore e devo guardare quello succede nello spogliatoio e a volte, quando si prendono obiettivi sbagliati, devo intervenire. Nel gol di Totti, secondo me, è più bella la palla giocata da Perotti e di Francesco preferisco la bella palla data a Dzeko dopo. Probabilmente ho fatto giocare poco Francesco, ma lo tengo in considerazione e lo metto in campo quando la squadra ne ha bisogno. Il capitano è Totti, poi c’è tutta la squadra. Lo uso quando c’è da ribaltare una partita e lui per poco non c’è riuscito. Quando faccio la formazione non ho né padre, né madre, né figli né parenti, ma solo la vittoria della Roma. Poi posso essere criticato, ma lo faccio solo per questo. La squadra, molte partite, le ha vinte anche senza Totti. Hanno un valore anche gli altri calciatori. Mi dispiace per Francesco se la interpreta diversamente, ma non è un problema mio o della Roma. Io dico cose sane e giuste. Vedo che si allena bene, ma poi debbo scegliere e finché ci sono io si fa così“.
SULLE DISATTENZIONI – “La disattenzione è questa: c’è Manolas che entra con la guida della palla, De Rossi è nella sua posizione e Manolas va a forzare l’azione. Rüdiger è oltre il suo avversario come linea di perdita di palla, Digne è oltre il suo avversario. Loro facevano la copertura, non marcavano e basta da dietro. Loro lo marcavano davanti, in quel momento lì Manolas fa il passaggio e si perde palla, ci sono Digne e Rüdiger che sono oltre gli avversari, ma quando entra Manolas c’è Zukanovic che si apre anche lui, c’è un momento che Borriello resta aManolas, De Rossi, Zukanovic che va per puntare l’avversario, e i due terzini sono davanti agli esterni”.
SU GARCIA E L’APPROCCIO – “Quando dico che sono freddo faccio riferimento alla scelta di formazioni. Lì non ho sentimenti e scelgo perché credo sia giusto così. Ai miei giocatori voglio bene perché cerco di stabilire un contatto. Voglio più bene a quelli che si allenano con cura, quelli attenti agli scarpini e ai dettagli”.
SU DZEKO – “Bisogna essere sintetici. Dzeko e Szeko. Da qui in avanti deve far vedere lui chi è. Dipende da lui, sto qui a guardare. Fa vedere l sue qualità, lo uso. Non fa vedere le sue qualità, non lo uso. Deve dimostrare, non c’è più tempo“.