L’acqua azzurra e chiara cantata da Lucio Battisti è spesso un miraggio per alcuni condomini. Non sono rari i casi di acqua sporca che esce dai rubinetti, fortunatamente è possibile chiedere il risarcimento, come spiegato dal portale Laleggepertutti.it.
Il rimborso è un diritto del consumatore e quando si paga la bolletta dell’acqua, nel servizio è inclusa anche la potabilizzazione, garantita di solito mediante un impianto di depurazione. Nei mesi scorsi la Corte di Cassazione si è espressa sull’argomento con una sentenza molto interessante.
Secondo i giudici di piazza Cavour, infatti, i canoni previsti per la depurazione e inseriti in bolletta devono essere ridotti se l’acqua non è stata potabile nei periodi presi in considerazione. In poche parole il Comune non può pretendere il pagamento se il servizio non è stato efficiente.
Le soluzioni sono due, la risoluzione del contratto di fornitura oppure la riduzione dell’importo da pagare (dunque il rimborso). Per verificare se l’acqua che scorre in casa è pura o meno è necessario rivolgersi alle aziende che gestiscono gli acquedotti o a un laboratori di analisi (anche se questa seconda ipotesi è molto più costosa).
Esistono comunque dei kit fai da te per un controllo privato nell’abitazione senza spendere nulla. Le aziende che gestiscono gli acquedotti mettono a disposizione dei moduli preimpostati anche per quel che riguarda la qualità dell’acqua. Se non dovessero esserci, ci si può affidare al reclamo tramite raccomandata per segnalare il disservizio.