Sky TG24 ospita il dibattito tra i principali candidati sindaci di Roma (Fassina, Giachetti, Marchini, Meloni e Raggi) e lo fa adottando un sistema ben preciso, stabilito attraverso un sorteggio. In ordine, sui podi ci sono Meloni, Giachetti, Fassina, Marchini e Raggi e questi hanno 1 minuto e 30 secondi a disposizione per rispondere ai quesiti posti, mentre per le ribattute ci sono 30 secondi al massimo. Gli avversari hanno anche modo di porsi domande, ma sempre secondo un ordine e per questo la Meloni si rivolge a Fassina, Fassina a Giachetti, Ghiachetti a Marchini e quest’ultimo alla Raggi, che a sua volta si rivolge alla Meloni.
BUCHE – La prima domanda rivolta ai candidati riguarda il problema delle buche. Tutti concordano sul fatto che sia necessario investire più risorse, ma la cifra cambia: per Meloni servono 500 milioni di euro, per Giachetti almeno 150, Fassina afferma la volontà di far separare chi ripara le buche da chi le controlla, mentre Marchini punta sull’obbligare l’impresa a svolgere bene il lavoro affidatole e Raggi sottolinea non tanto l’importanza della quantità di soldi spendibili quanto come si spende. “Dobbiamo fare le gare, come previsto dalla legge, e controllare”.
DEBITO – Per Giachetti va rinegoziato, Fassina concorda e afferma che bisogna rinegoziare anche il mutuo ai tassi attuali per intervenire sull’Irpef. Marchini chiede come sia possibile rinegoziare e chiede l’intervento dello Stato per emettere Btp al 2% per ridurre le tasse. Di avviso diverso Virginia Raggi, che dice di dover effettuare un audit per verificare cosa ci sia nel debito. Nessuna promessa sull’abbassamento delle tasse perché “sarebbe una mossa meschina in campagna elettorale”. Meloni, invece, si dice interessata al “tema dei derivati e alcune amministrazioni sono riuscite a rinegoziare condizioni troppo favorevoli alle banche. Così si potranno rimodulare alcune tasse”.
SICUREZZA – Il caso della Magliana che ha visto morire la studentessa 22enne, che è stata bruciata viva dall’ex fidanzato, fa sì che si ponga particolare attenzione a questo tema e mentre Marchini è l’unico ad affermare con certezza che si sarebbe fermato e che in casi come questi si può parlare solo di disumanità, i suoi avversari ammettono che è difficile dire cosa avrebbero fatto, ma tutti concordano su un fatto: si può non intervenire in prima persona per paura, ma non è ammissibile non chiamare le forze dell’ordine.
Le proposte dei candidati sono diverse: Fassina suggerisce il coordinamento tra forze dell’ordine e maggiore illuminazione; Marchini opta per la presenza dei militari anche dopo il Giubileo; Raggi parla di coordinamento e rimarca l’aumento di reati sotto Alemanno; Meloni chiede una differente distribuzione di forze dell’ordine sul territorio e Giachetti annuncia un piano per 1000 telecamere in più (prende esempio da Parigi).
OLIMPIADI – Due le voci fuori dal coro in questo caso, quella della pentastellata e di Fassina. La prima afferma che Roma deve pensare all’ordinario e solo in seguito allo straordinario, il secondo ribadisce. Al contrario, Giachetti afferma di non voler aver paura della candidatura e che sarebbe criminale farlo visto che sarebbe un’opportunità per tutta la città. Meloni favorevole, ma le olimpiadi possono essere a basso impatto economico grazie alle strutture già presenti; Marchini, invece, sottolinea l’opportunità di creare lavoro grazie a questa possibilità: “Mettere in antitesi ordinario e straordinario è come non fare pulizia in casa in attesa della ristrutturazione. Bisogna creare lavoro, le due cose sono assolutamente conciliabili”.
REDDITI – Ai candidati viene il proprio reddito, il patrimonio e i soldi raccolti con la campagna elettorale:
Meloni, reddito è di 90mila euro, casa da 48mq, una Mini. Rendiconto in corso.
Giachetti, 135mila euro, casa da 80mq e due casaletti a Subiaco, uno scooter. Raccolti 15mila euro, il resto è finanziato dal PD.
Fassina, 95mila euro lordi, una casa di proprietà. 95mila euro raccolti per la campagna.
Marchini, circa un milione di euro, attività immobiliare ceduta ai figli per evitare conflitti d’interessi. Circa 600mila euro raccolti (molti autofinanziati).
Raggi, 20-25mila euro. “Credo di possedere un quarto della casa di mio padre. Abbiamo raccolto 70mila euro e rifiutiamo i rimborsi elettorali“.
TRAFFICO – Fassina punta sul potenziamento del trasporto pubblico per dimezzare il numero di auto in città nel giro di cinque anni, Marchini vuole introdurre i sensori per regolare i semafori e ridurre l’evasione del biglietto in metro; Raggi anche vuole potenziare il trasporto pubblico e per farlo sarà necessario anche abbattere gli sprechi di Atac e combattere l’evasione, ma non tralascia car e bike sharing. La funivia? Un progetto che non è tramontato nonostante le polemiche. Meloni ribadisce di voler recuperare 200 milioni dagli sprechi e di voler potenziare il trasporto pubblico, mentre Giachetti punta sulle corsie preferenziali e sui tram.
RIFIUTI – Quando si parla di rifiuti è Marchini ad avere un’opinione divergente e, infatti, il candidato sostenuto da Berlusconi afferma di voler “congelare la differenziata” in attesa di un adeguamento degli impianti. E non manca la polemica dato che alle frecciatine della Raggi rispondono Marchini, Meloni e Giachetti. Il primo le suggerisce di “non buttarla in caciara come i vecchi politici”, la seconda, che si sente chiedere quando si dimetterà da parlamentare, a sua volta chiede quando si dimetteranno i parlamentari M5S che la commissariano, mentre il terzo afferma di essere “una persona con una storia” e invita l’avversaria, anche lui, “a non buttarla in caciara”.
CAMPI ROM – Giachetti si dice contrario al metodo della ruspa perché “ne chiudi uno e ne nascono tre”. Favorevole all’assistenza, ma tenendo conto anche delle indicazioni dell’UE. Di avviso diverso la Meloni secondo cui “Se sei nomade – scherza – devi nomadare”. Il clandestino va rimpatriato, mentre se si tratta di cittadini italiani è obbligatorio rispettare le regole e comportarsi come gli altri. Marchini chiede legalità e per questo è per la chiusura dei campi; Fassina, invece, punta sull’integrazione come strumento per portare alla chiusura; Raggi accomuna i campi rom a Mafia Capitale e, come conseguenza, ai vecchi partiti. Tutte le indicazioni necessarie arrivano direttamente dall’Europa.